Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Sabato 17 novembre alle 18,00 nei locali della Mediterranea Art Gallery di via Dione 21 a Ortigia verrà presentato il roma

nzo "Gli scambi" di Letizia Manzella, figlia del pittore palermitano Salvatore Manzella. Il libro narra una storia strana, un po' fantasy un po' metafisica, nella quale a causa degli effetti di un particolare fenomeno astronomico alcuni personaggi, improvvisamente, si ritrovano a vivere insolite esperienze che sottendono una verità normalmente non percepibile nella realtà quotidiana. Angela e Teresa, che non si erano mai viste prima, scoprono di avere un passato in comune, dei ricordi che le rendono d'un tratto unite indissolubilmente da un legame ancestrale. Sirgy scopre strane sintonie tra la sua vita e quella dello scultore Vitaliano e, dopo un primo periodo di grande sgomento, vuole approfondire quelle esperienze che lui stesso aveva definito aberrazioni psico-sensoriali. La sua cognizione della vita non può che cambiare poiché gli si rivela un nuovo paradigma contenuto nella frase criptica: "Una chiave è celata nel ricordo. Non siamo sempre noi. Ricorda di ricordare". Nella storia che intreccia le vite di questi personaggi, irrompe a un certo punto la scienziata e scrittrice Rebecca Targia che parla della risonanza tra elementi di differenti gamme di energia, di come la fiamma reagisce ai suoni e di come l'acqua reagisce alla musica e anche a parole, a pensieri, a emozioni e sentimenti. Come se ci fosse un rapporto di risonanza tra le vibrazioni cosmiche e la psiche umana. Teorie affascinanti ma naturalmente non dimostrabili sulle quali si avvita la vicenda narrata da Letizia Manzella fino alla conclusione del romanzo. L'autrice, che ha compiuto studi filosofici, dimostra in questa sua narrazione la passione per la conoscenza delle possibilità ancora inesplorate della mente umana, per il misterioso mondo del paranormale e per le sconosciute forze cosmiche che dominano l'universo e influiscono sui nostri destini. La serata, introdotta dal direttore della Mediterranea Raimondo Raimondi, vedrà svilupparsi uno stimolante dialogo tra la scrittrice e la psicologa palermitana Anna Maria Costantino. Alcuni brani del libro saranno letti dall'attrice Lalla Bruschi.
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Redazione (pubblicato il 03/12/2018 alle 20:45:25, nella sezione
LIBRI, 487 letture)

Venerdì 21 dicembre 2018 alle 18,00 presso la Mediterranea Art Gallery di via Dione 21 in Ortigia sarà presentato il libro "I signori della notte. Storie di vampiri italiani", edito da Morellini e curato dallo scrittore siracusano Luca Raimondi. Nel libro racconti di noti scrittori italiani: Fabio Celoni con "Color grigio sangue", Danilo Arona con "La forca dei lamenti", Silvana La Spina con " Le nane", Sacha Naspini con "Sangue del mio sangue", Fabio Mundadori con "Appena dopo il crepuscolo", Lea Valti con "All'ora dei vespri", Giuseppe Maresca con "Alice oltre lo specchio", Gianluca Morozzi con "L'argento e l'ombra", Stefano Pastor con "Le lacrime di Durga", Maurizio Cometto con "Turno di notte", Nicola Lombardi con "La sanguigna", Fabio Lastrucci con "Occhi, naso e bocca", Stefano Amato e Angelo Orlando Meloni con "Cavaliere del lavoro sucaminchiaque", e lo stesso Raimondi con "Mostri e mostriciattoli". 15 autori per 14 racconti dedicati al mito del vampiro: questa è l'antologia "I signori della notte. Storie di vampiri italiani" a cura di Luca Raimondi con prefazione del celebre scrittore milanese Andrea G. Pinketts. Un libro quindi dedicato al mito del vampiro, alla sua storia, al suo essere ancora un personaggio attuale, sebbene abbia cambiato nel tempo le sue vesti. Dal Nord Italia alla Sicilia i vampiri si muovono indisturbati tra la folla cittadina superando i confini del tempo, mietendo vittime silenziosamente. Questo il fantastico assunto da cui si muovono i racconti di questa interessante antologia fuori dagli schemi, che è stata così recensita da Luca Ramacciotti su "Dasapere": "Quattordici sfumature di sangue, di sensazioni, di suspense, di incredulità per un’antologia innovativa che è già un classico della letteratura (quella vera scritta bene) di genere. Si consiglia chi ama il tema vampiri, ma anche a chi non lo ama perché questo tema è una scusa per parlare di lavoro, società e virus. Si indaga nel mondo tra le punte dei canini". Nella serata del 21 dicembre dialogheranno con Luca Raimondi gli scrittori Angelo Orlando Meloni e Giuseppe Maresca. Introduce e modera Daniela Sessa. Intervento musicale del percussionista Paolo Greco.

Presso la libreria Mondadori di Avola si è tenuta la presentazione della silloge di poesie di Salvo Campisi dal titolo "Geometrie incomprensibili" edita da Gepas. Sono intervenuti l'editore Orazio Parisi, la pittrice Nelly Gallitto, il semiologo e critico Salvo Sequenzia e l''attore Max Inturri che ha letto brani tratti dall'opera poetica di Campisi accompagnato alla chitarra da Umberto Nerini. Salvo Campisi, avolese, è un cantautore che appartiene a quella generazione di cantautori/poeti che ha fatto propria la grande tradizione della canzone d’autore italiana, europea e americana, da De Andrè a Conte, da Cohen a Dylan, innestandola su una personalissima ricerca musicale ed espressiva fortemente legata alle matrici culturali della Sicilia e del Mediterraneo. Così ha scritto il semiologo Salvo Sequenzia commentando la nuova raccolta di versi di Campisi: «Riconosciamo alla poesia di Salvo Campisi una potenza di rappresentazione i cui esiti formali – strutturali, compositivi, stilistici - sono fra i più rappresentativi di una generazione di poeti che ha maturato la propria esperienza attingendo alla “nuda sostanza del vivere” e liberandosi dalla zavorra degli accademismi. Quella di Salvo Campisi è una poesia nata “matura”. Essa si innesta sul versante di quella “scuola” di cantautori-poeti che, a partire dagli anni sessanta del XX secolo ha assunto un importante rilievo nel panorama letterario, artistico e culturale italiano ed europeo, ispirandosi a quella dimensione di ostinata precarietà che esprimono la poesia di Antonio Porta e della seconda scuola milanese; a quel senso di disappartenenza che segna la vicenda di alcuni fra i poeti più eminenti della giovanissima generazione adunatasi attorno a Nicola Crocetti, a Umberto Piersanti, ad Andrea Cortellessa, ad Antonio Contiliano e Nino De Vita. Di questa dimensione del disincanto e di questo senso della disappartenenza si prende carico la poesia di Campisi, che nella sua bruciante misura di canto attesta lo smarrimento di una generazione assumendo temi come quello dello sradicamento, legato a quello dell’identità e della memoria; quello della perdita e del riconoscimento legati a un rapporto irrisolto con le proprie radici».
di
Redazione (pubblicato il 21/02/2019 alle 14:49:19, nella sezione
LIBRI, 414 letture)

Disponibile da oggi sulla piattaforma Amazon (https://www.amazon.it/dp/1794104186) il libro di Raimondo Raimondi "Ritratti del tempo e della beltà" edito da Fondazione M con uno scritto introduttivo di Davide C. Crimi e una prefazione del semiologo Salvo Sequenzia. Si tratta di una silloge di 50 poesie con a fronte 50 opere d'arte, in maggior parte ritratti di donne, dello stesso autore che, come dice Crimi " ha immaginazione fertile e moderna, che unisce il senso estetico dell’immagine a quello della parola. Con quest'opera ha concepito un catalogo che si legge come un libro di poesie, e un libro di poesie che si lascia immaginare e sfogliare come un dossier d'arte moderna. Sul solco della più solida tradizione letteraria italiana e probabilmente anche per il suo provenire dal giornalismo e dalla critica, la sua via per l’arte è quella del realismo, che traspone facilmente e con effetto nel XXI secolo." A sua volta Sequenzia sull'opera poetica così si esprime: "Il poeta sbuccia il mondo come Cézanne le sue mele e va alla polpa, all’intimo significato delle cose, per vedere dove e come sono declinabili l’esterno con l’interno, per non cadere nel disagio nietzschiano, rispettando e accettando il reale nelle sue sembianze, nelle sue multiformi fattezze; mai cedendo alle lusinghe della retorica, dello sperimentalismo lezioso, vuoto e fine a se stesso. La parola poetica di Raimondo Raimondi si configura e continua a riproporsi come ‘universo altro’, come complesso e cristallino edificio di simmetrie, dove nomi, verbi, aggettivi, mutuati dalla lingua comune, acquistano una loro risonanza misteriosa, diventando oggetti opachi, intransitivi, indefinibili come il tempo. La trama della lingua si trasforma in una ‘tela di ragno’, una membrana verbale elastica e rigorosa, al tempo stesso fermissima e ariosa, in cui smorzare, deviare, trasformare - talvolta catturare - il pieno impulso al canto che esplode in toni intimi e in slanci di intenso lirismo". L'autore, giornalista pubblicista, scrittore e poeta ha pubblicato numerosi libri di narrativa, poesia, saggistica e critica d'arte ed ha ricevuto vari riconoscimenti a carattere nazionale ed internazionale. Nel 2004 gli è stato assegnato il prestigioso "Premio Europeo Tindari Terzomillennio", nel 2014 ha ricevuto il Premio alla Carriera ConfCulture per la sua attività di scrittore e critico d’arte, nel 2016 il Premio L'Arte incontra l'Arte, nel 2017 il Premio alla Sicilianità. Ha pubblicato numerosi libri e testi teatrali. Pittore e critico d'arte dirige la Mediterranea Art Gallery di Siracusa ove organizza mostre personali e collettive artistiche. Recenti il romanzo "La cattiveria del silenzio" e le sillogi "Tempo di fughe" e "Rapsodia della rinascita".

Sarà presentato sabato 6 aprile alle ore 17 presso la sala convegni del The Siracusa International Institute for criminal justice and human rights (ex Isisc) in via Logoteta 27 il romanzo “Non ho tempo da perdere” (editrice Prova d’autore), esordio letterario di Giuseppe Artino Innaria, magistrato che per quasi vent’anni ha lavorato nel Tribunale di Siracusa, prestando adesso servizio presso il Tribunale di Catania, alla quinta sezione civile. Il romanzo che gode della prefazione della scrittrice siracusana Simona Lo Iacono, è la lunga confessione, in prima persona, di un personaggio che, alla soglia dei quarant’anni, fa i conti con un rapporto sentimentale ormai usurato e con il desiderio di paternità. Un momento della vita in cui si tende a fare un bilancio degli anni trascorsi e a tentare una nuova esistenza. “Non ho niente da perdere – dice lo stesso autore – è stato partorito da uno stato d’animo preciso, vissuto a ridosso dei miei quarant’anni, una sorta di risveglio da un lungo torpore, misto a indolenza. Di colpo, nell’aprile del 2009, avvertii un mutamento nella percezione del tempo, non più risorsa abbondante ma ormai limitata, a scadenza, piccolo tesoretto da non sprecare. Capii, tutto d’un tratto, che ero passato da una fase in cui potevo dirmi ‘Hai tutta una vita davanti!’ ad un’altra in cui dovevo dirmi ‘Sbrigati! Non hai più tempo da perdere!’. Quella sensazione di un tempo cambiato ha gettato il seme di una crisi interiore. A quarant’anni, se non sei sposato e non hai famiglia né figli, ti interroghi se non ti manchi davvero qualcosa, se la tua solitudine basti veramente a se stessa. Cosi, a poco a poco, ha preso corpo il mio alter ego, Salvatore, il protagonista del libro, alle prese con il bilancio di una esistenza, che tenta di dare un senso alla sua storia con Monica, e soprattutto, forse, di trovare un senso alla vita intera”.
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Redazione (pubblicato il 16/01/2020 alle 19:11:45, nella sezione
LIBRI, 600 letture)
Che storia narra il romanzo "La cattiveria del silenzio"?
E' una storia dura, condotta in prima persona dal protagonista, uomo solitario e schivo capace di intenzioni delittuose. Nel suo passato una lunga storia che il lettore conoscerà pian piano attraverso una serie di flash back. L'incontro con Italia, giovane donna che non lo sfugge ma, anzi, costituisce per lui un'ancora di attracco, cambierà la sua vita fino ad una tragica conclusione. Lungo la tormentata narrazione compaiono memorie e personaggi: il notaio Adelmo Lo Monte, il monaco padre Pellegrino, lo psichiatra Mogherini, la ragazzina islamista Zora, la fattucchiera rom Josipa, il vecchio mezzadro don Totò. E, nel cammino delle pagine, considerazioni sulla vita e sulla solitudine di questo mondo contemporaneo, nel quale pare non ci si possa rapportare con i propri simili. Va in scena l'eterna lotta tra il bene e il male nel silenzio delle coscienze:
Quali letture giovanili hanno contribuito a formare la tua fantasia di scrittore?
Martin Eden di Jack London, la trilogia I pascoli del cielo - La perla - Vicolo Cannery di John Steinbeck, La bella estate e La luna e i falò di Cesare Pavese, Metello e Il quartiere di Vasco Pratolini, L'antro dei filosofi di Giorgio Scerbanenco, l'Ernest Hemingway di Festa mobile e di Per chi suona la campana, l'Ercole Patti di Quartieri alti, Oblomov di Goncarov, Il tamburo di latta di Gunter Grass.
E oggi quale autore apprezzi di più?
Senza dubbio alcune scrittrici come Rosella Postorino per Le assaggiatrici, Veronica Tomassini per Sangue di cane e Cristina Cassar Scalia per Sabbie nere: tutte donne del meridione, peraltro. Poi il francese Michel Bussi di Ninfee nere e di Mai dimenticare. Ancora, Emmanuel Carrere de L'Avversario. Il resto - come dicono gli Imperdonabili - è solo mercato editoriale pompato a dismisura da confraternite, sempre le stesse, che regolano i grossi premi letterari e usufruiscono dei passaggi pubblicitari nelle trasmissioni televisive.
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Redazione (pubblicato il 09/02/2020 alle 14:25:02, nella sezione
LIBRI, 576 letture)

L’associazione POP KATANE, presieduta da Dora D’Andrea, in collaborazione con il Comune di Catania, presenta la mostra collettiva di pittura, scultura e fotografia “Gradazioni”, che sarà inaugurata il 15 febbraio 2020 presso le sale del Museo Emilio Greco di Catania alle 16.30. Parteciperanno artisti professionisti nonché studenti di istituti artistici. L’artista Chiara Coniglione sarà protagonista di una personale sul tema delle gradazioni, così come lo scultore Manlio Scaramucci, che esporrà le sue opere in ceramica realizzate con la tecnica giapponese “Raku”. Taglierà il nastro il consigliere comunale Luca Sangiorgio, tra gli ospiti presenti sono annunciati il maestro Pietro Alessandro Trovato, l’artista Giovanni Costantino, l’imprenditore Riccardo Tomasello, il fotografo Agostino Sella. Gli artisti in esposizione, oltre ai già citati Chiara Coniglione e Manlio Scaramucci, sono Kathrin Arona, Andrea Cremona, Annalisa Franzone, Nicolò Garrasi, Umberto Garro, Anna Maria Gigante, Donatella Patrizia Lunetta, Cristina Magnano, Cetty Midolo, Rosa Mirabella, Alfio Rapisarda, Connie Sciacca, Agostino Sella, Donatella Vella. Il 15 febbraio sarà inoltre presentato il volume di racconti edito da Morellini per la collana ‘I minolli’ “Mosche contro vetro. Racconti sull’autismo”, a cura di Luca Raimondi, un’antologia che schiera autori che in modo diverso si sono lasciati coinvolgere da un tema tanto impegnativo quanto toccante come quello dell’autismo. Le storie narrate dagli autori vogliono portare il lettore dentro il mondo dell’autismo, i diritti d’autore ricavati dalla vendita del libro saranno devoluti in beneficienza. Sarà presente il curatore del libro, Luca Raimondi, relatzionerà il docente e scrittore Giuseppe Maresca. Tanti gli autori di prestigio selezionati e presenti nell'atologia: Stefano Amato, Tommaso Avati, Simona Baldelli, Stefano Bonazzi, Stefano Corbetta, Barbara Garlaschelli, Antonino Genovese, Roberta Lepri, Laura Manfredi, Luca Martini, Beatrice Monroy, Pier Carlo Morello, Gianluca Morozzi, Massimo Padua, Barbara Panetta, Ivano Porpora, Giovanna Strano, Valerio Valentini. La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 9.30 e fino alle 19, con finissage giorno 22 febbraio alle 16.30.

Un romanzo visionario questo "Stupidistan" di Stefano Amato che racconta una realtà futuribile e grottesca nel contesto di una Sicilia che ha esasperato nel tempo ogni difetto della sua popolazione, portando la società insulare a estreme conseguenze e a una rovinosa inversione di valori. Segnali che purtroppo troviamo già in fieri nella nostra quotidianità, dove tutto pare davvero evolversi verso un maligno futuro di degrado e di cattiveria. Ma, partendo da questa visione terribile, Stefano Amato sviluppa una narrazione scorrevole e intrigante cui ci appassioniamo e ci fa sorridere con una miriade di trovate e di affabulazioni linguistiche esilaranti. Un racconto che diverte, quindi, una lettura piacevole, scorrevole, ma che vuole anche farci riflettere e lancia un monito a tutti noi: di fermarci in tempo, di cambiare il corso delle cose, di modificare un modo di vivere e di pensare che può portarci davvero a realizzare quel mondo assurdo, incredibile, perfido che l'autore prefigura in questo "teatro dell'assurdo" che è Stupidistan, territorio della fantasia terribile, dominato dalla grassa ignoranza, dove non si leggono libri né si bada all'ambiente, ma si vive appiccicati al proprio "foldblet ", sorta di tablet avvolgibile, dando la stura a vizi e crapulaggini varie. La storia poi si snoda verso un finale consolatorio, l'autore si sforza di regalarci un ottimismo al quale forse non crede, difatti dopo le vicende contorte e appassionanti, le ultime pagine scorrono velocemente e, malgrado il lieto fine riservato alla protagonista, la dog sitter Patty E. Basta, lasciano l'amaro in bocca. Il libro è edito da Marcos Y Marcos con cui Stefano Amato aveva già pubblicato "Bastaddi", cover letteraria siciliana in salsa mafiosa del film "Bastardi senza gloria" di Quentin Tarantino.
di
Redazione (pubblicato il 11/11/2020 alle 19:06:18, nella sezione
LIBRI, 233 letture)

Può apparire singolare un'opera poetica prodotta in tempi di Covid-19. Eppure, scandagliando bene, un legame tra la poesia e la pandemia può esistere per davvero. Quest’ultima, come sappiamo, ha alterato di brutto il palinsesto della rappresentazione giornaliera degli umani, compreso quella del poeta che, nel periodo più buio dell’isolamento sociale, ha preso carta e penna dando sfogo alla sua passione per vincere la sfida alle paure di oggi e di domani, tra virus mortali e disastri ambientali, laddove tutte le nostre certezze paiono crollare, mentre si profila un futuro disastroso. Raimondo Raimondi sostiene però che è possibile fare poesia in tempo di terrore pandemico, nel periodo più buio dell'isolamento sociale, anzi pare lo sfogo naturale alla paura e alla solitudine, ma certamente non è per tutti. L'autore lo fa con sguardo contemporaneo, con un modo personale di sentire e di rappresentare, riportando all'interno della propria opera citazioni, allusioni, rimandi e contaminazioni. Giornalista pubblicista, si occupa di letteratura e di critica d'arte. Ha pubblicato numerosi libri di poesia, narrativa e saggistica. Tra le sue opere più recenti: "Un filo di luna" (Melino Nerella Editore, 2009), "L'undicesima" (Edizioni Il Foglio, 2014), il romanzo "La cattiveria del silenzio" (Edizioni Il Foglio, 2017) e le raccolte di poesie "Tempo di fughe" (A&A Edizioni, 2017), Rapsodia della Rinascita" (Edizioni Il Foglio, 2018) e "Ritratti del Tempo e della Beltà" (Edizioni Fondazione M, 2019). All'interno del volume disegni dell'autore e una prefazione firmata da Enzo Pinnone. In copertina un dipinto della pittrice vicentina Cristina Crestani. Dice il poeta: «Com’è silente Ortigia/senza i turisti infetti/e il vociare sguaiato/nelle bettole oscure/nelle viuzze strette/profanate da trolley…», malinconico si rivolge alla ristretta pattuglia dei suoi amici ortigiani, fiducioso che risorgerà l’isoletta bisognosa d’amore agli antichi splendori. La carrozzella su Via Picherali, mirabilmente disegnata dallo stesso arti-poeta, evoca le centinaia di carrozze ricolme di turisti di un secolo fa e, pur consapevole che il risorgere all’antico splendore sarà problematico, Raimondi, aggrappato a Ortigia come un naufrago alla zattera, non perde la speranza, speranza che in Pasqua 2020 ha un sapore «amarognolo e scuro/come una pinta di birra/o un po’ d’erba rollata/nel buio…» . L’amore, “una cosa meravigliosa”, sembra essere il fil rouge dell’intera raccolta, che si manifesta quasi ovunque, talvolta si rintana ma poi riappare in tutte le sue forme, reali e immaginarie, in ogni tempo della vita e pure in questo “tempo sospeso”.
di
Redazione (pubblicato il 08/12/2020 alle 12:07:53, nella sezione
LIBRI, 472 letture)

C'è un libro, appena uscito per le edizioni Algra di Alfio Grasso, che riesce a compiere una vera e propria metamorfosi alchemica: quella di trasformare una Sicilia, tradizionalmente tutta sole, mare e vividi colori mediterranei, in un luogo traboccante, sotto l'algida scorza, di diavoli, misteri, streghe e relativi diabolici eventi sanguinosi. Si tratta dell'antologia "L'isola delle tenebre - Storie siciliane dell'orrore" curata da Luca Raimondi e Giuseppe Maresca, scrittori e sodali da sempre, curatori del blog "Il gorgo nero" (il blog della cultura horror italiana), che hanno ancora una volta messo insieme 16 autorevoli scrittori attorno al succulento desco della migliore narrativa horror. Esperimento già precedentemente riuscito con "24 a mezzanotte - Storie italiane dell'orrore" edito da Officina Milena. La Sicilia è la più grande isola del Mediterraneo, ricca di storia, bellezze, sole e profumi. Ma è anche una terra ricca di leggende e racconti che travalicano i confini della realtà. Luoghi misteriosi, apparizioni e fatti inspiegabili, castelli abitati dai fantasmi, atroci fatti di sangue, stregonerie. La notte nelle strade delle città e dei paesi siciliani si respira un'aria densa di mistero e fascino. Come densi di mistero e fascino sono i racconti di questo libro, che cercano di esplorare gli aspetti più inquietanti delle provincie siciliane, restituendo al lettore tutto il campionario di suggestioni e di emozioni che i sedici autori sono capaci di trasmettere. Stefano Amato, Corrado Artale, Roberto Azzara, Federico D'Amore, Piergiorgio Di Cara, Antonino Genovese, Eleonora Lombardo, Giovanni Marchese, Giuseppe Maresca, Roberto Mistretta, Luciano Modica, Giuseppina Norcia, Angelo Orlando Meloni, Luca Raimondi, Giusy Sciacca, Salvo Zappulla, questi i nomi dei magnifici sedici dell'Isola delle Tenebre.