Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Questi sono tempi in cui arte e cultura vengono sacrificate sull'altare della pandemia. Ma non solo: anche su quello della carenza di risorse e della insensibilità di una classe politica e amministrativa cieca, che ritiene inutile ogni manifestazione dell'intelletto. In questi giorni a Floridia è stata deliberata la chiusura della Galleria civica d’arte moderna e contemporanea, sale espositive ubicate al piano nobile di palazzo Raeli e contenenti numerose opere d'arte di importanti artisti siciliani, frutto peraltro di generose donazioni. Nei mesi precedenti un provvedimento del Commissario straordinario del Comune, dott. Giovanni Cocco, ne aveva ordinato la chiusura prevedendo la possibilità di trasferire parte delle opere nei locali a piano terra della biblioteca comunale di palazzo Casaccio. Sgomento degli operatori culturali del paese dell'entroterra siracusano culminato nelle dichiarazioni del presidente dell’associazione Nuovi Segni, il noto semiologo Salvo Sequenzia che ha fatto notare "l’intempestività e l’intemperanza" della decisione, presa dal commissario senza sentire le parti politiche, culturali e sociali della città. "Il museo è espressione di una comunità, ha una sua storia, radicata nel territorio di appartenenza; ha una sua identità, che si estrinseca nelle attività realizzate, nella progettualità, nella programmazione, nelle relazioni instaurate con altre realtà similari e altri soggetti culturali. Ci sono responsabilità ben precise, di ordine politico ed etico, che investono il provvedimento adottato e che si pongono oltre – ha detto Sequenzia – il mero provvedimento preso per ragioni tecniche di natura contabile. Il provvedimento del Commissario Cocco, infatti, adottato nel silenzio colpevole della politica e nell’indifferenza di quanti, in altri tempi, si sono compiaciuti di fare passerella durante le inaugurazioni di mostre e di eventi, ha spazzato via in un sol colpo il lavoro di un ventennio. L’idea di realizzare un museo d’arte contemporanea matura agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso nell’ambiente artistico legato al laboratorio d’arte contemporanea “Gruppo F”, fondato nel 1986 dagli artisti e docenti Nino Burgio, Vittorio Adorno, Nuccio Vasile e Lino Tinè. Saranno Burgio e Tinè, nel 2002, a proporre agli artisti Turi Volanti e ai fratelli Nino e Tano Brancato di condividere il progetto di donare alcune loro opere per la fondazione di un museo a Floridia. Ma i tempi, allora, non erano ancora maturi. Sarà nel 2010, grazie alla sensibilità dell’amministrazione di allora, guidata dal sindaco dottor Arturo Spadaro, e grazie anche alla disponibilità del proprietario dello storico palazzo Mazzarella Avolio, il dottor Sebastiano Raeli, che mette a disposizione il piano superiore del palazzo a un costo simbolico di affitto, che la Galleria d’arte contemporanea vedrà la luce con la collezione costituita da dipinti, acqueforti, disegni, sculture e installazioni degli artisti Lino Tinè, Nino e Tano Brancato e Turi Volanti, i quali doneranno le loro opere alla comunità floridiana vincolandole al luogo che le accoglie. Durante il decennio trascorso il museo è stato sede di importanti iniziative culturali: mostre, conferenze, seminari, concerti ed iniziative di rilievo. L’ipotesi di trasferire le opere nei “bassifondi” della biblioteca comunale, in locali umidi e inadatti allo scopo, viola le disposizioni degli artisti, mortifica la loro volontà e costituirebbe un serio pericolo per l’integrità delle preziose opere. La chiusura del museo rappresenta per Floridia non solo una sconfitta culturale, ma anche politica, poiché un museo offre alla collettività, soprattutto ai giovani, una occasione significativa di formazione e di crescita, nonché di sviluppo della comunità".
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Redazione (pubblicato il 30/07/2020 alle 20:41:32, nella sezione
CULTURA, 278 letture)
Si svolgerà venerdì 7 agosto alle ore 18:30, presso la suggestiva location dell’Orecchio di Dionisio (Parco Archeologico di Siracusa), l’incontro con il Dott. Giovanni Salvi, Procuratore Generale della Corte suprema di Cassazione, intitolato "Mito,Tragedia e Diritto”. L’evento è organizzato dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico (INDA) in collaborazione con il Siracusa International Institute e l’Associazione Amici dell’INDA di Siracusa. Introdurranno l’iniziativa l’Avvocato Ezechia Paolo Reale, Segretario Generale del Siracusa International Institute e la Dott.ssa Conchita Grillo, componente del Consiglio Superiore della Magistratura. Modererà l’incontro la Dott.ssa Marina Valensise, giornalista e già direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. I posti sono limitati. Per partecipare è obbligatorio registrarsi inviando una e-mail all’indirizzo: carmela.lamesa@indafondazione.org.

In programma il 14 febbraio alle ore 21:00, presso il "PuntoG" di via Landolina n 1 a Siracusa, il "San Valentino Poetry Slam", organizzato dal collettivo "Poetaretusei 432" e condotto dal poeta siracusano Salvatore Randazzo, già finalista "Slam Italia" nel 2015, coadiuvato da Elisabetta Tagliamonte (nella foto), anch'essa finalista"Slam Italia" nel 2016. Si tratta di una gara che vede i vari poeti partecipanti declamare ognuno il proprio componimento in scontri a due ed eliminatorie progressive dettate dagli applausi del pubblico presente, la cui intensità determinerà di volta in volta il vincitore fino allo "scontro" finale. I primi 3 classificati verranno premiati con altrettante opere d'arte del Maestro Claudio Schifano e il vincitore assoluto della gara verrà qualificato alla Finale Nazionale del campionato "Slam Italia", che avrà luogo a Milano presso la Casa Museo "Alda Merini" nel settembre 2020.
Sabato 11 e domenica 12 gennaio a Roma, nella sala meeting dell'hotel Parco del Pini all'EUR, si svolge l'incontro costituente degli Imperdonabili, innovativo movimento letterario messo in piedi dalla scrittrice siracusana Veronica Tomassini e dallo scrittore/editore Giulio Milani (nella foto)

. Qualcuno dice che gli imperdonabili non sanno ciò che vogliono, ma sicuramente sanno quel che non vogliono. E lo elencano, punto per punto attaccando l’editoria, colpevole di non voler uscire da un’asfissia di firme e commenti di propaganda che dalla carta stampata alla tv, da internet alle radio, si auto esaltano senza mai aprirsi e lasciare spazio a voci nuove e diverse. Tra l'altro, quando la chiusura al nuovo determina la formazione di un pensiero dominante, stantìo e monocorde, non c'è spazio per qualsivoglia rivoluzione o avanguardia, restando tutto attanagliato nell'establishment, non solamente ideologico ma assai spesso commerciale. Nel silenzio assordante della cultura di massa, pertanto, si sentiva il bisogno di questa rottura, necessaria perché si possa ipotizzare un miglioramento delle sorti culturali di questo paese. E questo stanno facendo, con inaspettato seguito e insperabile successo, gli Imperdonabili, che stanno organizzandosi ormai a livello regionale, creando addentellati e alleanze. Personalmente ho già espresso il mio apprezzamento al Movimento degli Imperdonabili che nasce senza dubbio da una esigenza di relazionare in una fitta rete intellettuali e artisti che poco si conoscono tra loro e dalla consapevolezza (rivoluzionaria) che il mercato editoriale va aggredito da dentro, dando vita a un progetto ampio e partecipato, basato innanzitutto sul superamento degli interessi personali e delle contrapposizioni ideologiche. Chi aderisce al Movimento dovrebbe concepire la correttezza come metodo dell’agire, specialmente in questa epoca nella quale dobbiamo far fronte ai gravi problemi causati dall’emarginazione (da parte delle filiere di distribuzione editoriale) e dall'approssimazione (da parte di scrittori e artisti vanamente autoreferenziali). Questa è l’iniziativa di scrittori, poeti, librai, giornalisti, critici, editori e soprattutto lettori che ha per obiettivo comune quello di trovare un linguaggio e una prospettiva differenti rispetto all’omologazione culturale e artistica del nostro paese.
IL MANIFESTO DEGLI IMPERDONABILI
Siamo contrari alla prevalenza del politicamente corretto, alla pedagogia sacerdotale, all’ideologia della verosimiglianza, al didascalismo dei professionisti dell’impegno politicizzato; vogliamo allargare i confini estetici e culturali della ridottissima compagnia di giro fatta di premiazioni, fiere, festival, passaggi radiofonici e tv, che non incide minimamente nella crescita dell’interesse per il libro e per la lettura ed è composta dai soliti noti.........Come si può parlare di «Repubblica delle lettere» e di «democrazia dei lettori» se i lettori non sono a conoscenza che di una minima parte della produzione libraria e culturale? Non esiste una crisi dell’informazione, ma una crisi della civiltà del libro. Occorre allora ridefinire ruolo e funzione del contesto editoriale e letterario, capire perché bisogna salvare il libro, prima di stabilire come salvarlo: la prima cosa da fare è incontrarci, verbalizzare i problemi del settore a tutti i livelli e con tutte le categorie interessate. Serve un nuovo network tra editoria di ricerca e giornalismo, per esempio un settimanale, dove sviluppare un pensiero libero e critico dell’esistente. Serve una forza uguale e contraria per contrastare, tramite iperboli, parodie e contrapposizioni, i simboli dello status quo: per esempio, un premio nazionale antitetico allo Strega – poniamo il premio Fattucchiera – che faccia conoscere al grande pubblico gli elementi di spicco della produzione letteraria libera, colpevolmente tenuta nascosta per tanti anni. Se i lettori diminuiscono, se il sistema editoriale è al collasso con le sue quasi ottantamila novità all’anno, se insomma al libro e alla cultura non viene più riconosciuto un valore è perché il libro e la cultura non sono più percepiti come utili al società. Occorre ribaltare questa prospettiva, liberando temi, autori, contenuti capaci di raccontare la nostra epoca selvaggia, paradossale. Gli imperdonabili si rivolgono allora a un lettore adulto, intelligente, curioso, ironico, sulle cui capacità di interpretazione del testo abbiamo piena fiducia: vogliamo cambiare il paradigma Rollo/Franchini in narrativa. Ci sono autori, editori, tecniche narrative, temi nuovi che devono essere portati a conoscenza di tutti. Nello stesso tempo ci sono libri vecchi come il mondo – la Bibbia, il Corano, i Veda – o classici del pensiero dimenticati dall’editoria di massa, che vanno ritradotti per riappropriarci della tradizione. Ma si deve pensare anche al movimento inverso, come testi poetici o in prosa senza il nome degli autori, affinché tutta l’attenzione sia sulle opere. Occorre allora inaugurare una o più collane, in coedizione tra editori imperdonabili, magari sostenute da un fondo per la cultura per garantire una prezzo e una distribuzione vantaggiosi. La scuola è un luogo di formazione strategico, dove però il libro è trattato principalmente come veicolo di informazione o strumento da cui trarre e memorizzare informazioni. Bisogna affidare a scrittori e poeti selezionati in base a requisiti di merito la materia di scrittura creativa; ma anche aprire una collana legata alle produzioni dei ragazzi. Inoltre si deve portare il libro in luoghi imperdonabili come gli ospedali, per il sollievo, e le carceri, per la sollevazione. L’Arte si scontra similmente con un mondo, quello dei musei e delle mostre, che in maggior parte ha paura del nuovo, è timoroso rispetto alle strade non percorse seppur cammini su di una via completamente dissestata, ormai sull’orlo del precipizio. Nonostante l’Arte Contemporanea mostri uno sperimentalismo di facciata, nella maggior parte delle istituzioni dedicate alla stessa vige un paradossale attaccamento a formule preconfezionate. Manca come in editoria una politica culturale che faccia comprendere l’utilità sociale della cultura, la necessità di sostenerla economicamente, e il coraggio di produrre nuove idee. Gli artisti imperdonabili sono pronti a collaborare insieme per l’emersione di nuove idee, luoghi, iniziative.
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Redazione (pubblicato il 28/10/2018 alle 18:08:07, nella sezione
CULTURA, 441 letture)

Presentata a Siracusa nel salone di Villa Reimann la rivista "De Sidereum", curata da Davide Crimi. Un evento organizzato da Silvio Aliffi, cancelliere comandante dell'Ordine dei Cavalieri di Pitia, presenti Giacinto Avola, presidente di Inforum Europa, Domenico Romeo, Console di Turchia, Adriana Roccamo Bizzarro, l'editore Carlo Morrone, il professore Galvagno, il dottor Antonino Scandurra, Elena Lazarenko e gli amici di Casa Russia, Antonio Urzì Brancati dell'Ordine Esoterico Martinista e tanti altri personaggi di spicco intervenuti. La rivista De Sidereum accoglie in pieno i principi martinisti e professa quindi la filosofia dell’Unità, protesa versa una conoscenza diretta, senza mediazioni di un clero, ma portatrice di un messaggio universale a cui ciascuno, nelle dovute condizioni, può accedere direttamente. Da queste ragioni proviene il titolo De Sidereum, consacrato a una mancanza che l’opera di rigenerazione filosofica, attraverso la costante operatività, può fortemente contribuire a risolvere. La Rivista è articolata in tre parti: una prima sezione dedicata alla filosofia spiritualista e specialmente al Martinismo; una seconda di selezione letteraria, definita delle “Corrispondenze”, nella quale trovano ospitalità contributi di natura artistica, dalla poesia alla pittura, dalla critica letteraria e teatrale alle forme di speri menzione. La sezione conclusiva lascia il posto a contributi di approfondimento dottrinale attingendo direttamente al repertorio dei Maestri Passati che hanno fatto grande la dottrina e la filosofia del Martinismo, sovente sconosciuta ai più, che la Rivista intende far conoscere come sistema di strumenti per la comprensione e l’azione per la rigenerazione dell’anima.
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Redazione (pubblicato il 11/04/2018 alle 21:29:50, nella sezione
CULTURA, 591 letture)

Mercoledì 11 aprile alle ore 18,30 è stato presentato il libro di poesie di Luca Campi dal titolo "L'ora dei lupi". L'evento è stato ospitato nel salone dell'associazione Il Cerchio di Siracusa, dove hanno dialogato con l'autore il presidente del Cerchio Corrado Di Pietro e il poeta e critico Raimondo Raimondi, autore della prefazione. Rosetta Barcio ha letto alcune liriche alla presenza di Grace Kantengwa (nella foto), presidente della Inshuti Italia-Rwanda onlus, che ha presentato la sua organizzazione umanitaria alla quale andrà una parte dei proventi della vendita del libro e che si occupa di adozioni a distanza e sostegno allo sviluppo attraverso microcredito nel Rwanda e nell'Africa orientale. Luca Campi è originario di Tradate ma vive da molti anni a Siracusa, è autore di varie sillogi di poesie e vincitore di diversi premi, tra cui il Premio nazionale OK Arte - Poeti costruttori di Pace 2017. "Versi liberi e moderni, quelli di Luca Campi, - ha detto Raimondo Raimondi - variabili nella metrica, ma assolutamente musicali e godibili non solo nella lettura, ma anche e soprattutto nell'ascolto dal vivo, in un magico reading, laddove la poesia può essere ascoltata e laddove, con il linguaggio del corpo e il modo di leggere, il testo viene interpretato, aggiungendo la dimensione teatrale della dizione e della recitazione alla meraviglia del verso". Il libro di Campi consta di 174 pagine e si divide in quattro parti intitolate: "Di maghi e di farfalle", "Di un altro mondo", "Lettere dallo scoglio", "Frammenti ed altri segni". Luca Campi ha scelto di vivere a Siracusa alla fine del suo girovagare seguendo un percorso di vita e di pensiero che ha creato nella sua poesia interessanti tessiture scaturite dalle contrapposte ispirazioni e dai diversi temi trattati. Per tutto ciò è affascinante - ha concluso Raimondi - "parlare del poeta Luca Campi, eccezione alla regola ed eccezionale nella qualità del suo verseggiare moderno, spregiudicato, evocativo e ricco di suggestioni di vita e di viaggio (ma cos'è la vita se non un viaggio?) con la sensibilità di chi si è fermato spesso ad ascoltare l'inquietante "urlo dei lupi".




Nel dicembre del 1953 esce in Italia la settima edizione di Conversazione in Sicilia pubblicata da Elio Vittorini per Bompiani. L’edizione è il frutto di un reportage nella Sicilia dei primi anni Cinquanta, poiché, a differenza delle edizioni precedenti, essa presenta un corredo fotografico di 188 scatti realizzati in gran parte dal fotografo marchigiano Luigi Crocenzi. A questa edizione del capolavoro di Vittorini il semiologo Salvo Sequenzia (nella foto) ha dedicato una lunga e appassionata ricerca, che mette in luce i legami tra quest’opera e le esperienze americane del photo-text, che Vittorini aveva già avuto modo di indagare e presentare in Italia sulle pagine del Politecnico. Nella ricerca di Sequenzia, che sarà consegnata in un saggio dal titolo "L’altra Conversazione-Vittorini tra scrittura e fotografia", pubblicata sulla rivista La frusta letteraria, si giunge alla conclusione che questa edizione di Conversazione in Sicilia rappresenta il primo vero esperimento di foto-testo che coinvolge un’opera letteraria compiuto in Italia agli inizi degli anni Cinquanta, anticipando altre esperienze del genere come Un paese, di Cesare Zavattini e Strand, che fu pubblicato soltanto nell’aprile del ’54; o come Le feste religiose in Sicilia,di Sciascia e Scianna, che risale al 1965. Sequenzia, inoltre, ha studiato le precedenti esperienze di illustrazione fotografica che Vittorini aveva già praticato in Americana, la fondamentale antologia di autori americani che farà conoscere in Italia i grandi narratori del nuovo continente. Con Americana Vittorini ha infatti introdotto in Italia, per la prima volta, un foto-testo caratterizzato da uno strettissimo rapporto tra scrittura e fotografia. Con Il Politecnico Vittorini aveva inventato, invece, i ‘racconti per immagini’, una serie di scatti montati con criterio cinematografico e accompagnati da brevi didascalie che raccontavano pezzi di Italia poco conosciuti. Sia nelle sperimentazioni di Americana e de Il Politecnico, sia nell’edizione illustrata di Conversazione in Sicilia lo studio di Sequenzia mette in luce il grande interesse di Vittorini per i nuovi linguaggi della società di massa, in particolare il cinema e la fotografia, evidenziando il ruolo non subalterno, ma autonomo e compiuto, e anzi più pregnante e simbolico, rispetto alla scrittura narrativa, come già aveva intuito a proposito del fumetto, come ha ben indagato Annalisa Stancanelli in un lucidissimo saggio di qualche anno fa.

Sabato 25 novembre presso i locali della Mediterranea Art Gallery di via Dione 21 a Siracusa avrà luogo la cerimonia di premiazione degli artisti che hanno partecipato al Premio "Artisti costruttori di pace" organizzato dall'associazione OKArte. La Sezione Arti Figurative ha registrato la presenza di artisti in concorso e fuori concorso. I primi sono: Monica Italia, Diana Tonutto, Francesco Vitagliana, Alessandro Ghezzi, Sara Castelli, Cristiana Flora Moncada, Stella Di Lorenzo, Alberto Pirrone e Angelo Criscione. I secondi sono Nelly Fonte, Angelo Moncada, Valeria Modica, Francesca Nobile, Antonio Leone,Maurizio Guglielmi, Rosaria Cavallaro, Renata Lang, Joseph Catania, Javier Acuña, Mohammed Abu Shaar, Marinella Raniolo, Marisa Leanza, Avia Vian, Isabella Bianchini, Francisco Javier Alcocer Garcia, Bruno G. Pollacci, Roberto Guccione, Vincenzo Amicone, Thierry Gire, Hiro Cougar, Jolanda Marin e Indra Syafrin. Seguirà la cerimonia di premiazione dei partecipanti al Premio "Poeti costruttori di Pace 2017". Anche quì poeti in concorso, che sono Umberto Farina, Luca Campi, Vincenzo Grillo, Paola Linda Pizzo, Maria Nanè e Rosaria Cavallaro, e fuori concorso: Antonio Sparatore, Ivana Metadow e Giorgio Giannone.
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Redazione (pubblicato il 16/06/2017 alle 17:24:46, nella sezione
CULTURA, 691 letture)
Oltre duemila persone hanno partecipato giovedì sera al Teatro Greco di Siracusa all’undicesima edizione di “Agòn”: Dal dramma classico alla simulazione processuale”, organizzato dal Siracusa International Institute for Criminal Justice and Human Rights (ISISC), dalla Fondazione INDA, dall’associazione Amici dell’Inda e dall’Ordine degli Avvocati di Siracusa.
Mettendo assieme la rappresentazione teatrale con le dinamiche processuali, Agòn ha trattato ieri il tema dell’esistenza della “guerra giusta”, simulando il processo a Polinice (interpretato dall’attore Gianmaria Martini), accusato del crimine internazionale di aggressione per aver programmato l’attacco alla città di Tebe con lo scopo di obbligare il fratello Eteocle a riconoscergli la carica di re, in virtù di un patto di alternanza stipulato con formula sacramentale.
Ad aprire la serata i saluti dell’avvocato Ezechia Paolo Reale, segretario Generale del Siracusa International Institute for Criminal Justice and Human Rights, del commissario straordinario della Fondazione Inda, Pier Francesco Pinelli, del presidente dell’Ordine degli avvocati, Francesco Favi e del presidente dell’associazione “Amici dell’Inda“, Giuseppe Piccione. L’evento di ieri sera è stato dedicato alla memoria dell’avvocato Ettore Randazzo. A ritirare un premio in sua memoria Elisabetta Guidi, moglie del penalista recentemente scomparso. A ricordare l’umanità, la forza e la passione per la sua professione anche Vincenzo Militello, ordinario dell’Università di Palermo, ideatore con Randazzo di Agòn nel lontano 2006. Il tribunale teatrale ha visto il giornalista di Rai3 Sicilia, Nino Amante, in qualità di giudice. I rappresentanti dell’accusa e della difesa, rispettivamente Eugenio Albamonte, Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati e l’avvocato Valerio Spigarelli, hanno chiamato a testimoniare gli attori Isa Danieli (Giocasta), Guido Caprino (Eteocle) e Anna della Rosa (Antigone). Al termine di un appassionante dibattito, il magistrato Michele Consiglio ha invitato il pubblico, attraverso cartellino, a giudicare Polinice. A larghissima maggioranza il pubblico si è espresso a favore dell’assoluzione dell’imputato, giudizio che però è stato ribaltato dalla sentenza emanata dal “giudice”, Nino Amante, il quale ha condannato Polinice, reo di aver scatenato una guerra sanguinosa contro la sua stessa città, culminata peraltro con la sua stessa morte e del fratello Eteocle.