Fabio Rodante consigliere del FLI al Comune di Siracusa risponde a un commento a margine dell’articolo pubblicato su “Dioramaonline.org” il 30 agosto u.s. dal titolo “Presa di posizione sulla gestione dei beni culturali”. Il commento all’articolo era di questa natura: “Perchè bisogna sperare nell'aiuto dei volontari quando il Comune di Siracusa ha centinaia di migliaia di euro all'anno per pulire i siti archeologici provenienti da una convenzione con la Soprintendenza di Siracusa, che prevede che il 30 per 100 dell'incasso dei siti vada al Comune e che sia usato per migliorare la fruizione in città.. soprattutto pulire i siti, togliere l'erba... provvedere alla disinfestazione e bonifica dei siti... migliorare l'illuminazione e persino la segnaletica. Scusate ma qualcuno mi sa rispondere? Invece del solito chiacchiericcio che non porta da nessuna parte?” . Questa la risposta dell’avvocato Rodante: “Il comune di Siracusa e la Soprintendenza ai BB. CC. nel 2008 hanno siglato una convenzione che impegnava il comune, a fronte del trasferimento del 30% dei proventi dallo sbigliettamento dei siti archeologici e museali aretusei, alla manutenzione ordinaria straordinaria dei siti di maggiore pregio storico e culturale. Nonostante gli impegni di FLI, che ha mantenuto personale comunale presso musei e siti al fine di garantirne la fruizione nei periodi di alta stagione, la maggior parte delle somme trasferite dalla Regione sono state impiegate per coprire le spese di bilancio. Per riformare del tutto la mala gestio dei siti archeologici, abbiamo proposto la costituzione di un capitolo di bilancio ad hoc, per 100.000 euro, destinato alla pulizia e manutenzione dei siti archeologici, e la stipulazione di convenzioni con associazioni culturali specializzate per la cogestione dei siti rimanenti. Dopo la proficua collaborazione instaurata con Italia Nostra per la gestione della Latomia dei Cappuccini, riproporremo lo stesso modello per Villa Reimann ed il suo giardino. Garantire la manutenzione, gestione e promozione del nostro patrimonio architettonico, naturale e paesaggistico è una priorità per la nostra comunità. Solo da attente politiche di fruizione potremo creare nuova occupazione e sviluppo. La politica di reperimento dei fondi regionali per la promozione turistica della Sicilia ha già portato i primi frutti in termini di aumento progressivo dei flussi turistici in entrata, ora sarà compito delle amministrazioni locali potenziare i servizi e raggiungere standard europei di accoglienza.”
Continua il giro di rappresentazioni dello spettacolo di musica lirica organizzato dall’'Accademia Nazionale della Politica, presieduta dal Prof. Bartolo Sammartino, un concerto dal titolo "Le convenienze ed inconvenienze teatrali" di Gaetano Donizetti, per cantanti, coro e pianoforte, a cura dei partecipanti al progetto Officina Sinfonica Siciliana, che dopo i successi di Agrigento e di Acitrezza è approdato ad Alcamo in provincia di Trapani. La scena si apre in un teatrino d'opera, dove stanno provando un'opera seria. La prima donna, Daria, tiranneggia su tutti, aiutata dal marito, l'odioso Procolo, e nessuno capisce come si scriva il cognome del tenore tedesco Guglielmo. La prima donna esige che il dramma s'intitoli anziché Romolo ed Ersilia, Ersilia e Mommolo, attirando le proteste di Pippetto, il musico, e le ire della "seconda donna", Luigia, e della sua mamma insopportabile, Agata, la quale pretende che la figlia e la prima donna facciano un duetto, per stabilire chi delle due reciterà. Le due cantanti tuttavia litigano sempre, Pippetto scappa, e con lui Guglielmo, dopo essere stato aggredito da mamma Agata. L'ispettore, per non annullare l'opera, decide di far cantare Agata nella parte di Ersilia, e Agata viene trascinata nel camerino gridando contro l'ispettore. Inizia la parte più comica dell'opera: mamma Agata deve sostituire la prima donna e non fa che parlare quando non deve, Daria pretende di cantare alla fine dell'opera, per riposarsi. Tuttavia l'ispettore, a causa della fuga del tenore e del musico, comunica la decisione del podestà e del consiglio di annullare l'opera. Per evitare di pagare i costi di produzione, tutti se ne vanno, lasciando l'impresario nei guai. E’ proprio Agata, la napoletana, il personaggio magistralmente interpretato dal baritono augustano Giovanni Di Mare con la consueta verve e il tipico senso del ritmo teatrale e dell’innata comicità che suscita sempre applausi a scena aperta.
E’ operativa ad Augusta fin dal 2007 una sezione della associazione “Le Nereidi” fondata dalla siracusana Raffaella Maugeri, che si occupa da sempre di sensibilizzare opinione pubblica e amministrazioni locali sul gravissimo problema della violenza sulle donne, che tanti episodi drammatici ha visto registrare soprattutto negli ultimi anni. Del sodalizio fa parte, tra le altre, l’avvocato Giovanna Fratarrigo, attuale assessore della giunta di Massimo Carruba. La molestia e la violenza sulle donne è una di quelle problematiche saltate di recente agli onori delle cronache (chi non ha sentito disquisire sul cosiddetto mobbing e dello stalking) e diventata battaglia simbolo per l’associazionismo al femminile. Recentemente l’aver configurato il mobbing come un reato a se stante, seppur di difficile individuazione, ha reso gli uomini più prudenti per non rischiare imbarazzanti denunce, ma il fenomeno certo permane come mentalità e costume ed è doveroso condannarlo perché nulla di positivo può nascere laddove manca il rispetto per l’altrui personalità e laddove non si impara a lavorare fianco a fianco con reciproca comprensione. Analogo e per certi versi più preoccupante è lo stalking. Alcuni comportamenti come telefonate, sms, e-mail, visite a sorpresa e perfino l’invio di fiori o regali, possono essere graditi segni di affetto ma, a volte, possono trasformarsi in vere e proprie forme di persecuzione in grado di limitare la libertà di una persona e di violare la sua privacy, giungendo perfino a spaventare chi ne è destinatario suo malgrado. Sempre che poi non si passi a vere e proprie forme di violenza incontrollata che può portare all’omicidio.
Lotta alla mafia, sviluppo sostenibile, politiche per l'occupazione giovanile, solidarietà sociale, innovazione e formazione, turismo e politiche culturali, questi i settori che il coordinatore nazionale delle iniziative esterne di Futuro e Libertà per l'Italia, Fabio Granata, rilancia come caratterizzanti di un’azione di governo regionale assieme alla proposta degli Stati generali del Terzo Polo in Sicilia per governare le città e la Regione in modo innovativo e trasparente. Il FLI si dichiara quindi disponibile a valutare un'alleanza politica tra il Terzo polo e il Partito Democratico sulla base di un programma da sottoporre agli elettori a condizione che il candidato alla presidenza sia ancora una volta Raffaele Lombardo. La Sicilia è da sempre laboratorio politico con inedite alleanze e ora sia FLI per bocca del coordinatore regionale Briguglio che l’UDC per bocca del segretario Gianpiero D’Alia tendono ufficialmente la mano al PD. A questo proposito il segretario regionale del PD Giuseppe Lupo ha affermato di voler dare una svolta politica che passi per una alleanza forte e autorevole, mettendo insieme Pd-Terzo polo e sinistra, ma questa alleanza va verificata e il candidato presidente dovrà venire fuori dalle primarie che per il PD sono uno strumento democratico irrinunciabile.
Forse è vero che lamentarsi è un vizio ma resta comunque il fatto che a Canicattini Bagni le attività produttive diventano sempre più flebili e ai giovani non viene offerto alcun incentivo. Tralasciando il settore industriale, che per ovvie ragioni non si presta a soluzioni locali, è nei restanti settori, agricolo e terziario, che bisogna porre l’attenzione per ricercare soluzioni concrete. Il settore agricolo è quello che appare più compromesso, sia per lo spopolamento cronico delle campagne che per la mancanza di infrastrutture e nondimeno per il fenomeno dell’abigeato, che preoccupa da anni i paesani allevatori; ma il problema vitale è innanzitutto il territorio comunale: gli esigui 13,62 kmq hanno da sempre limitato lo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento canicattinese, i cui protagonisti sono di stazza in contrade rurali immediatamente limitrofe di cui è comune Noto (Cugno Lupo, Cugno Marino, Sant’Alfano). Il settore terziario è la fascia più considerevole nella cittadina: vi confluiscono i dipendenti pubblici ma anche gli addetti al commercio, i lavoratori autonomi, gli artigiani. Anche in questo settore si registrano purtroppo dei dati preoccupanti. Utilizzando gli appositi strumenti legislativi e con mirati interventi promozionali si potrebbe favorire la formazione di piccole imprese per la trasformazione dei prodotti agroalimentari, nuove piccole industrie conserviere come quella denominata “Ditta Raffa” che negli anni Cinquanta dette tanto lustro al paese con la produzione della peperonata e della caponata. Sul totale della popolazione, inferiore nella realtà ai 7.375 abitanti annoverati nell’ultimo censimento, la più alta percentuale di residenti a Canicattini Bagni ha varcato la soglia dei 60 anni: la principale produttrice di reddito annuo pro capite è perciò quest’ampia fascia di pensionati. Le pensioni, percepite a vario titolo, sebbene contribuiscono a risolvere dignitosamente e giustamente il problema della Terza Età, non riescono perché non possono fare produzione ed anzi generano un’implosione economica: il contestuale tasso di disoccupazione rende palese che sono tantissimi i giovani che si aggrappano ai nonni per un sostentamento in attesa di sbarcare il lunario….il cane che si morde la coda!. Se gli esperti che suggeriscono la politica economica alla Pubblica Amministrazione reputano che gli investimenti debbano riguardare solo gli show d’estate e mai lo stimolo per i piccoli imprenditori non si potrà mai uscire dallo stato di crisi che inquieta il popolo canicattinese. Bisogna allontanare la tentazione di concepire la politica come ambito prescelto per espletare l’affascinante esercizio del potere o per il soddisfacimento di bisogni ristretti e fare cooperazione per affrontare la sostanziale staticità economica e culturale che impedisce alle persone intelligenti di confidare in un futuro migliore.
Il consigliere comunale di Futuro e Libertà per l’Italia di Augusta Giuseppe Di Mare fa pervenire un comunicato stampa con le sue considerazioni sugli ultimi sviluppi della vicenda che riguarda l’autorizzazione alla realizzazione del rigassificatore. L’antefatto: il consiglio comunale di Augusta dovrà a breve stabilire se accettare o meno la convenzione proposta dalla società che intende realizzare il rigassificatore, la "Ionio gas". Argomento che era giù stato sottoposto al parere dei residenti di Priolo e Melilli con due referendum popolari che hanno decretato il no, referendum che comunque ad Augusta non è stato proposto. In questa fase, oggi, si affronta il problema delle spartizioni delle compensazioni previste per il territorio e per i comuni interessati. Di Mare sostiene che si apre una fase in cui le solite regole di "partecipazione" passeranno al di sopra della testa dei cittadini. “Tutto come previsto - dice Di Mare - dal silenzio, adesso in meno di quindici giorni, si passa "la patata bollente" al consiglio comunale per decidere con urgenza estrema su una materia delicata ed importante. Avevo chiesto da parecchio tempo la convocazione del consiglio comunale per discutere sia delle compensazioni, che dell'impatto dell'impianto di rigassificazione nel nostro territorio, senza ottenere nessuna risposta concreta. Oggi i consiglieri ricevono la convocazione nelle varie commissioni e presto in aula, per conoscere la proposta di convenzione sui principi e l'ammontare delle misure di compensazione e riequilibrio ambientale. In meno di quindici giorni - afferma ancora Di Mare - i consiglieri comunali vengono chiamati a dare un parere che riguarderà anche il futuro della città. Se i tempi di scadenza sono quelli scritti nelle note (e cioè il 15 settembre p.v.) è chiaro che non sarà possibile un'attenta analisi, soprattutto non si riuscirà a coinvolgere le forze professionali, i giovani, categoria su cui ricadranno gli effetti di questa scelta. Proprio per questo motivo, Futuro e Libertà ad Augusta organizzerà degli appuntamenti per approfondire, capire e coinvolgere la cittadinanza sulla materia delle compensazioni e non solo. Riteniamo che, al di là delle posizioni personali, si debba aprire un'attenta riflessione, ci chiediamo se la qualità della vita possa essere sottoposta a compensazioni. Mi auguro – conclude Di Mare - che su questa importante materia, in Aula, si possa lavorare senza tener conto delle appartenenze, o degli eventuali ordini di scuderia, ma solo con l’obiettivo di dare un servizio ed un futuro più sereno e migliore al domani della nostra Augusta".
Su iniziativa di Alessandro Spadaro, coordinatore de "La Destra - Alleanza Siciliana" di Siracusa nasce a il comitato "RINASCITA DI FONTANE BIANCHE" rivolto a tutti i cittadini, proprietari di immobili, residenti, operatori commerciali e turistici di Fontane Bianche. La nota località balneare di Fontane Bianche, da sempre polmone estivo dei siracusani, negli anni passati oggetto di una espansione edilizia incontrollata e molto estesa, versa oggi in uno stato di totale abbandono. Tutto ciò sta comportando un depauperamento del valore immobiliare, aggravato dall’assenza totale di servizi e di manutenzioni pubbliche sia ordinarie che straordinarie. Se una volta la proprietà immobiliare in cui i cittadini siracusani avevano investito i loro risparmi valeva 100, oggi, nella situazione attuale e con la crisi del mercato, vale la metà. Strade dissestate sporcizia diffusa, spiagge abbandonate, viabilità da terzo mondo, parcheggi inesistenti, inesistenza di punti di aggregazione e socializzazione come di un decente lungomare, questa la realtà di un luogo balneare ben diverso da Marzamemi o da Pozzallo, abbandonato a se stesso anche quanto ad eventi pubblici e cartelloni estivi di spettacoli. Tutti i soldi versati per ICI e TARSU in questi ultimi 20 anni dai proprietari di villette e abitazioni che risultati hanno prodotto per questo territorio? Come sono stati spesi? Davanti a questo scempio i componenti del comitato ritengono non si possa ancora stare a guardare, assistendo senza far nulla ad una lenta agonia di quello che era ritenuto il posto più bello di Siracusa. Da qui l’esortazione a costituire un fronte unito e compatto per riportare Fontane Bianche al suo antico splendore.
Nello splendido scenario della villa Bellini di Catania, ieri sera si è tenuta con successo la manifestazione “Corto sotto le stelle”, organizzata dall’associazione “Deusluxfilms” in occasione della giornata “Bau sotto le stelle” istituita dalla Provincia e Comune di Catania e dall'Associazione “Amici degli animali”. Successo pieno per l’azienda siracusana DGTVision di Giorgio Nanì La Terra, che – con il corto girato in Abruzzo “Dietro la (qual) facciata” - ha portato a casa i premi per la regia dei giovanissimi Simone La Rana e Marco Miscione (appena 18 e 19 anni) e per l’interpretazione di Andrea De Rosa (uno dei protagonisti di “Notte prima degli esami”). Nelle valutazioni dei giurati ha prevalso sul filo di lana su un altro corto realizzato dalla stessa casa di produzione, “Un vino stellare” per la regia di Luca Raimondi, con protagonista Francesca Ferro, presente anche nel divertentissimo “Latte di mamma” di Francesco Maria Attardi, purtroppo escluso dal concorso per via della sua durata non regolamentare (25 minuti) ma ugualmente proiettato per la gioia e il divertimento del folto pubblico e premiato con una menzione speciale creata ad hoc.
Fuori concorso, presentato anche un altro valido cortometraggio prodotto dalla stessa associazione organizzatrice, “Ho già il mio sogno” con un’intensa Valentina Ferrante. Da citare anche un altro corto che ha ottenuto un buon riscontro, “Cultura complice” di Massimo Longo: ha guadagnato il premio per la miglior sceneggiatura, grazie soprattutto all’impegno civile e alla forza della sua denuncia antimafia ottenuta attraverso una drammaturgia piuttosto originale anche se non esente da qualche caduta retorica nel finale. Il produttore Giorgio Nanì La Terra, ritirando il premio per i registi e l’attore assenti, ha ringraziato il pubblico rimarcando la difficoltà di emergere in un settore a compartimenti stagni e che investe poco sui giovani.
Appena inaugurata la nuova sede della Galleria Roma Arte Contemporanea di Siracusa in Piazza S. Giuseppe e subito si parte con la mostra personale di pittura dell’artista Antonio Pilato, sabato 10 settembre, presentato dal critico prof. Salvo Sequenzia. Laureato in lettere e filosofia, con la tesi su “Il problema dell’arte in Croce”, docente, Pilato ha sempre avuto uno spiccato interesse verso le arti figurative, effettuando mostre ed esposizioni ad Agrigento e Palermo. Trasferitosi a Milano, dove tuttora insegna filosofia e pedagogia, ha continuato l’attività di pittore, inserendosi nel tessuto artistico del capoluogo lombardo. Originale e personale, l’artista non richiama alla mente alcun riferimento immediato se non ciò che è interiormente vissuto, dove l’oggetto si fa simbolo, invenzione poetica, e dove l’uomo si fa cardine di tutte le sue tematiche. Si affacciano nelle sue opere svariate problematiche politiche, sociali ed etiche, che lo fanno riflettere sul destino dell’uomo e sulle forze che lo impastoiano e a volte lo liberano.
Continua fino al 25 settembre la raccolta di firme per il referendum sulla legge elettorale, il cosiddetto porcellum, la legge elettorale definita “porcata” direttamente da uno dei suoi estensori, quel Roberto Calderoli che oggi è al Ministero della Semplificazione. Ma per quale motivo non funziona questa legge elettorale? Dov’è che non funziona? Oggi i parlamentari italiani sono nominati dai segretari di partito. Non rispondono ai cittadini, ma sono fedeli a chi li ha candidati. L’attuale legge elettorale, infatti, prevede liste bloccate per la scelta dei parlamentari, possibilità di cambio di casacca in corsa per chi è pronto a tutto per conservare il posto, regole diverse tra camera e senato che determinano maggioranze instabili. Il referendum permette di tornare alla legge precedente, il mattarellum, che prevede l’elezione dei parlamentari in collegi territoriali ed eletti che rispondono ai cittadini. Per la verità sembra che l’attenzione su questa consultazione referendaria non sia poi altissima o che lo sia molto meno rispetto ai referendum dello scorso giugno. Il calendario completo, a Siracusa, per la raccolta di firme per indire il referendum per l’abrogazione dell’attuale legge elettorale è il seguente: Sabato 10/09/2011 dalle ore 10 alle ore 13 in Corso Gelone (Jolly hotel), dalle ore 18 alle 22 al Tempio di Apollo. Domenica 11/09/2011 dalle ore 10 alle ore 13 in piazza Santa Lucia, dalle ore 18 alle 22 al Tempio di Apollo. Sabato 17/09/2011 dalle ore 10 alle ore 13 in Corso Gelone (Jolly hotel), dalle ore 18 alle 22 al Tempio di Apollo. Domenica 18/09/2011 dalle ore 10 alle ore 13 in piazza Santa Lucia, dalle ore 18 alle 22 al Tempio di Apollo .
Un sodalizio promettente, che potrebbe darci risultati interessanti quello tra Carlo Muratori, versatile e celebre musicista siracusano, e Veronica Tomassini, scrittrice di talento balzata alla ribalta delle cronache letterarie col suo best seller “Sangue di cane”, edito da Laurana ed oggi in alto nelle classifiche di vendita oltre che pluripremiato nei tanti eventi culturali che si sono susseguiti questa estate. Si tratta di una suite per voce recitante, canto e chitarra su testi tratti dal romanzo della Tomassini e musiche di Muratori che verrà presentata in prima assoluta il 6 ottobre alle ore 21 nel Teatro Comunale di Giardini Naxos. Carlo Muratori nato a Siracusa nel 1954 ed ha reinterpretato e riportato alla luce le tradizioni musicali siciliane. In trent’anni di attività, passati in ricerche nel campo della musica folk e nella realizzazione di tanti concerti dal vivo e di numerose compilation discografiche, il musicista ha risvegliato l’interesse verso la musica popolare e aperto una nuova strada per la canzone d’autore. Veronica Tomassini, giornalista, scrive sul quotidiano ”La Sicilia” dal 1996. “Sangue di cane” è il suo primo romanzo e narra una storia di emarginazione, di chi, straniero ed estraneo alla città, campa di poco o niente, di elemosine, di chi non ha casa, di chi è arrivato da paesi lontani, di chi trova l’unica via d’uscita ad una vita d’inferno nell’ubriacatura e nell’abbrutimento. “Sangue di cane” è la storia di un amore, un amore difficile e tuttavia necessario tra una ragazza siciliana e un polacco dropout. La protagonista divide la sua quotidianità con S³awek, un semaforista che per sopravvivere allunga la mano chiedendo “poco spicci, prego”, un alcolizzato che dorme nelle case occupate o nei vagoni merci e vive di espedienti. Il polacco ha un passato di violenza, ma nel futuro per lui potrebbe esserci la speranza perché dall’unione con la ragazza siciliana è nato un figlio. Ma una scarsa forza di volontà e le debolezze della carne allontanano per sempre ogni possibilità di redenzione. Una storia amara e vagamente autobiografica le cui pagine di mirabile scrittura, mixate con le note di Carlo Muratori, arriveranno a noi in una magica atmosfera.
Narra la leggenda che il convento di San Domenico di Augusta sia stato fondato nel 1219 dal Beato P. Reginaldo D’Orleans e che, in forza della sua popolarità e del miracoloso cipresso che lui stesso aveva piantato nel sito, l’edificio monastico divenne in breve tempo un punto di riferimento assai importante per gli uomini di fede. Tale circostanza determinò molte vocazioni di semplici cittadini e di nobili che vollero prendere i voti indossando il saio domenicano. Secondo lo storico Salomone in tale struttura presero i voti, convertendosi al cristianesimo, anche due notabili musulmani, il primogenito dell’imperatore turco ed il figlio dell’imperatore d’Etiopia. La maggior parte degli storici è, piuttosto, d’accordo nel datare la costruzione del convento tra il 1229 e il 1231 e cioè contemporaneamente alla fondazione di Augusta da parte di Federico II. In effetti appare improbabile che Augusta possa essere stata popolata prima di quella data, in quanto il territorio era una vasta palude e non vi poteva vivere che qualche sparuta comunità di pescatori. L'affermazione del culto con risonanza fuori dei confini locali è legata alle vicende del XVI secolo, all'epoca delle frequenti incursioni ottomane. Già, nel 1453 la caduta di Costantinopoli in mano dei Turchi aveva suscitato in tutta l'Europa enorme impressione. Come ha osservato lo storico Cipolla: "La minaccia turca fu il fatto che più impressionò gli Europei del XV e del XVI secolo. Tra i libri stampati in Francia tra il 1480 e il 1609 quelli relativi ai Turchi e all'impero turco furono più del doppio di quelli concernenti le Americhe". La conferma del pericolo arrivò presto con incursioni sempre più massicce, che sembravano preludere ad una vera e propria conquista militare. La Sicilia venne a trovarsi come avamposto avanzato della cristianità e Augusta visse un lungo periodo di sofferenza per le continue incursioni seguite da saccheggi, devastazioni, incendi e deportazioni di uomini, donne e bambini. Una delle incursioni più devastanti dovette essere quella del 16 luglio 1551 con la distruzione della città e l'abbandono da parte dei superstiti. In questa circostanza il convento domenicano fu spogliato e perfino le colonne del chiostro furono razziate e destinate alla costruzione del palazzo del sultano. I frati domenicani furono costretti a fuggire da Augusta e a rifugiarsi a Lentini e a Siracusa. Soltanto un frate, augustano di nascita, Salvatore Tringali, rimase sul posto e grazie alla sua forza d’animo e alla sua costanza nel giro di trent’anni il convento fu ricostruito. La tenacia del vecchio frate predicatore che sosteneva di aver visto in sogno S. Domenico, riuscì a ridare fiducia agli abitanti che si prodigarono a ricostruire la città. L'episodio che doveva suggellare la devozione della città al Santo Patriarca avvenne però dopo, il 24 maggio del 1594, quando l'ennesima incursione dei turchi fu miracolosamente respinta a seguito dell’apparizione di un frate domenicano su un cavallo bianco con la spada sguainata. In quel frate si volle riconoscere lo stesso S. Domenico accorso a proteggere la sua chiesa, tanto che alcuni dei comandanti ottomani, folgorati dall’apparizione, si sarebbero convertiti al cristianesimo restando nel convento di Augusta come frati. In seguito il convento fu più volte distrutto e ricostruito, la prima dopo il terremoto del 1693 e la seconda dopo quello del 1848. Agli inizi del XX secolo si trovavano nel cortile interno il monumento funebre dedicato al conte Sancio Landogna, che nel XIV secolo si distinse per il buon governo della città e per i lasciti cospicui all’ordine domenicano, e una colonna tortile in pietra arenaria, poggiata su un piedistallo a ricordo dell’antico cipresso dalla corteccia miracolosa, germogliato dal bastone del Beato Reginaldo D’Orleans. Ambedue queste monumenti risultano scomparsi a partire dagli anni trenta. Nel 1866, in seguito all’emanazione di una legge che sottraeva alla Chiesa alcuni dei suoi beni immobili, il convento passò nella proprietà del Comune che lo utilizzò da allora per diversi scopi: dapprima come sede degli uffici della Pretura, poi come Archivio Notarile, poi ancora come Ufficio del Registro e infine come sede scolastica, ospitando il Liceo Classico “Megara”. Rimasto per anni in stato di abbandono, dopo il terremoto del 1990 fu stanziato, ai sensi della legge n. 433 del 1991, un finanziamento di 2 milioni e mezzo di euro per il recupero della Chiesa di S. Domenico e dell’annesso Convento. Grazie a tale finanziamento pubblico fu dapprima realizzata una attenta opera di restauro della Chiesa dedicata al Santo Patrono di Augusta, e quindi gli interventi di restauro dell’intero complesso monastico, dalla pulizia delle lapidi al recupero degli intonaci, dal consolidamento delle volte e dei solai alla realizzazione di strutture portanti in legno, alla valorizzazione dell’originario portico del XVI secolo. Durante questi ultimi lavori di restauro e di scavo sono stati riportati alla luce resti e testimonianze di manufatti edilizi sorti in epoche antecedenti al terremoto del 1693 e al di là del giardino centrale è stato identificato il sito dell’antico chiostro, le colonne in pietra e una cisterna usata come deposito di armi nella seconda guerra mondiale. Il finanziamento non è però bastato per finire del tutto la complessa opera di recupero dell’edificio e ci sarà bisogno di altre risorse finanziarie e di un altro po’ di tempo per restituire finalmente alla città e ai cittadini questo glorioso monumento di grande valore culturale, storico e architettonico. Speriamo che si trovino al più presto i fondi mancanti e non diventi il convento un altro simbolo di incapacità amministrativa e di inefficienza delle pubbliche istituzioni.
Scendendo dai giardini pubblici di Augusta si impatta sulla destra un’orrenda struttura di ferri a sostegno del muro di cinta occidentale nei pressi della Porta Madre di Dio, che ha dato segni di cedimento parecchi mesi fa. Sarebbe ora di metterci mano anche perché le putrelle di puntellamento occupano mezza carreggiata oltre che costituire una bruttura estetica. Finalmente il Dipartimento provinciale di Protezione civile ha effettuato un sopralluogo, in vista di un intervento mirato a scongiurare il rischio di crollo del tratto pericolante, per far si che venga riaperta la sottostante carreggiata. Per il consolidamento definitivo dell’intera struttura è necessaria un’ingente somma. Per ora quindi si potrà procedere soltanto a realizzare un primo intervento con fondi della Protezione civile, per un ammontare di circa 200 mila euro. La somma verrà erogata dalla Regione su richiesta dell’assessore ai Lavori Pubblici, Salvo Madonia, che recentemente si è recato a Palermo per contattare il dirigente del Dipartimento Regionale di Protezione Civile rappresentandogli la necessità di procedere agli interventi indispensabili per il contenimento del muro e per liberare la sottostante carreggiata che rappresenta, ricordiamolo, una via di fuga dalla città in caso di sisma. Cosicché il Dipartimento regionale di Protezione civile ha ritenuto opportuno inserire l’intervento di messa in sicurezza tra le opere da finanziarie. Il muro era stato provvisoriamente puntellato utilizzando fondi comunali, una volta verificato il pericolo che incombeva sull’incolumità degli automobilisti che transitavano nella sottostante carreggiata in direzione Porta Spagnola.
Presentata sabato sera nella nuova sede della Galleria Roma di Siracusa la mostra personale del pittore Antonio Pilato, artista nativo di Grotte, paese della provincia di Agrigento, ma che alterna la sua attività tra Milano e Palermo dove risiede nel periodo estivo. Ha frequentato per alcuni anni l’Accademia di Palermo, ma non condividendo l’impostazione didattica, da lui stesso definita pedante e carceraria, e per nuove esigenze sopravvenute di carattere spirituale si iscrive alla facoltà di Pedagogia e Filosofia, laureandosi con una tesi su “I problemi di estetica in Croce”. Pittore sensibile ed eclettico non resta indifferente davanti alle problematiche esistenziali angoscianti degli oppressi e la conoscenza personale dello scrittore Leonardo Sciascia lo motiva ancor più in questa sua sensibilità verso la gente umile, percependo il respiro sofferente dei personaggi delle zolfare e dei “carusi”, durante i brevi incontri estivi a Racalmuto con il famoso scrittore. Trasferitosi a Milano nel 77, alterna l’insegnamento della Filosofia e della Pedagogia negli istituti superiori, con la frequenza saltuaria del libero corso di composizione a Brera dove stringe rapporti di amicizia con Giuseppe Migneco, suo conterraneo, col quale matura un processo di sintesi linguistica e formale, consona alla sua originale personalità. Partecipa negli anni a numerose mostre assieme ad artisti già noti nel mondo dell’arte, in spazi altamente qualificati. Approda oggi a Siracusa con una nuova produzione pittorica presentato al folto pubblico presente in sala dal professore Salvo Sequenzia, che, con la colta sensibilità che lo contraddistingue, ha saputo cogliere l’essenza del pensiero creativo di questo artista.
Settembre: si riaprono le scuole e subito si devono fare i conti con le problematiche di sempre, aggravate quest’anno dai tagli pesanti che il comparto ha dovuto subire. Il che significa meno docenti e personale amministrativo e minori fondi da gestire per il buon andamento del percorso didattico, problemi cui si aggiunge lo stato spesso pessimo dell’edilizia scolastica, che soffre da sempre di carenze strutturali e cattiva manutenzione. Tutti sanno benissimo come le scuole straniere dell'Europa più avanzata siano completamente diverse dalle nostre italiane: strutture nuovissime, esteticamente apprezzabili, palestre ottime, laboratori per ogni materia. Noi non chiediamo tanto, ma perlomeno edifici che restino integri con soffitti che non crollano per l’umidità. Se non ci sono soldi da dedicare all'edilizia scolastica, ciò vuol dire che la scuola in generale è poco considerata dalle amministrazioni provinciali, regionali e nazionali. Innumerevoli sono state e sono le polemiche in fatto di fondi da destinare all'istruzione e al personale scolastico. D’altra parte stiamo parlando del futuro di 8 milioni di studenti italiani, queste le cifre. Per cui un inizio anno "bollente", pieno di polemiche, è prevedibile: dal caro libri alle classi ghetto, dal problema dell'edilizia scolastica alle manifestazioni di piazza, genitori, studenti e lavoratori della scuola sono pronti a dar battaglia. Un'indagine dell'Adiconsum denuncia che in più della metà delle classi delle scuole superiori sono stati sforati i tetti di spesa previsti dal Ministero dell'Istruzione. L'Associazione dei genitori italiani chiede almeno che la spesa dei libri di testo sia deducibile, mentre il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha promesso sanzioni "attraverso una riduzione del trasferimento dei fondi" alle scuole che non rispettano il tetto di spesa. Il Codacons stima che quest'anno per mandare i figli a scuola, le famiglie spenderanno l'8% in più, tra libri e corredo scolastico. Anche l'associazione dei contribuenti italiani Contribuenti.it ha posto l'accento sull'annoso problema dell'edilizia scolastica: due scuole su tre non sono a norma e devono essere messe in sicurezza. E la provincia di Siracusa in questo senso non è seconda a nessuno.
Giovedì 15 settembre alle 18,30 nei locali della Galleria Roma di piazza S. Giuseppe a Siracusa Salvo Sequenzia presenterà il libro di Enzo Giudice, poeta floridiano prematuramente scomparso 14 anni fa, dal titolo “Il figlio del diluvio”. “Ritornare alla poesia di Enzo Giudice – dice Salvo Sequenzia - ad Ortigia, dove il poeta visse e compose i suoi versi più belli ed amari, vagando tra i vicoli della Giudecca «accattone di sogni e di parole» è un ritorno che propizia una lettura nuova dell’opera del Nostro, la cui indagine critica rimane sempre aperta per l’innumerevole quantità di inediti che il poeta ha lasciato e che, periodicamente, affiorano, portati alla luce dalle inesplicabili correnti della vita. Il poeta Enzo Giudice fu uomo fedele ai suoi e agli amici, buon lettore, curioso di esperienze, gran viaggiatore inquieto e disperato, raffinato animatore culturale in quella cerchia di intellettuali siracusani che si radunava, negli anni post-bellici, nella “Bottega Margutta” di Castorio Di Tommasi attorno a Piero Fillioley, a Dino Cartia, a Mario Zammararo, ai fratelli Formosa. L’apprendistato letterario di Enzo Giudice si consuma a metà tra gli anni Sessanta e Settanta in interventi giornalistici di costume e di cronaca, in recensioni e appunti culturali sui rotocalchi aretusei l’Eco di Sicilia, La Domenica, Edizioni Pentapoli. Si attestano ai primi anni Settanta i viaggi di Enzo Giudice a Milano e a Roma, dove frequenta l’atelier del pittore Giorgio Orefice e la casa di Mario Zammarano, partecipando con curiosità e intelligenza all’avventura culturale delle “romane” Edizioni Cartia. Intanto conosce e frequenta Leonida Repaci, al quale fa leggere i suoi primi esperimenti poetici, che confluiranno nella silloge Il figlio del diluvio, pubblicata nel 1974 dall’editore Cartia e che risulterà finalista al Premio Viareggio, nella sezione dedicata all’opera prima. Leonida Repaci, «estimatore dei suoi versi» , lo introdurrà negli ambienti letterari della capitale dove il poeta viene subito apprezzato per la sua sensibilità e il suo carattere mite e malinconico.”
Venerdì prossimo alle 18 la società Sasol Italy, stabilimento di Augusta, presenterà il suo primo Bilancio Sociale con riferimento al 2010 alle principali autorità pubbliche e del mondo industriale di Augusta e provincia. Saranno l’amministratore delegato di Sasol Italy, Filippo Carletti e il direttore dello stabilimento megarese, Antonino Maraffa a presentare l’incontro che si terrà presso il Venus Sea Garden Resort di Brucoli. Il Bilancio Sociale narra anche, oltre alle fredde cifre, la storia aziendale, la “mission” industriale in Italia e nel Mondo della Sasol, descrive i suoi prodotti e le risorse umane utilizzate, l’impegno nel campo della sicurezza e dell’ambiente e le ricadute economiche e sociali nel territorio, gli investimenti e le relazioni con le istituzioni e i sindacati e così via. L’evento legato ai 40 anni di attività dello stabilimento, che coincide con l’Anno Internazionale della Chimica che viene celebrato da Federchimica-Confindustria, è stato celebrato in un’apposita festa riservata ai dipendenti e ai loro familiari.
Una ulteriore giornata di protesta per l’ospedale di Augusta è stata programmata per il prossimo 27 settembre, uno sciopero generale con la mobilitazione dell’intera città per dire “no” al ridimensionamento del Muscatello. Se ne è discusso nel corso di un’assemblea, svoltasi nella sala riunioni del nuovo padiglione dell’ospedale. Nell’occasione il coordinamento cittadino pro Muscatello ha invitato sindacati, forze sociali, rappresentanti istituzionali e la popolazione ad aderire senza esitazioni e senza eccezioni. Alla protesta aderiranno i comuni limitrofi, che fanno parte del bacino d’utenza del Muscatello, cioè, oltre Augusta, Melilli, Priolo e Sortino i cui sindaci si faranno promotori di una seduta congiunta dei quattro consigli comunali per decidere le azioni da intraprendere. Il comitato pro Muscatello è deciso più che mai a tutelare il diritto alla salute dei cittadini, in questa forse ultima occasione di manifestare la volontà della popolazione interessata. Il nodo principale riguarda il trasferimento dei reparti e ginecologia, ostetricia e pediatria a Lentini, reparti preziosi senza i quali il ruolo dell’ospedale è fortemente compromesso. Tutti i partecipanti all’assemblea hanno concordato sulla inutilità del dialogo con i rappresentanti istituzionali per quanto cercata e tentata, ma che non ha dato a tutt’oggi alcun frutto. Le strade percorse si sono rivelate un fallimento, è il pensiero di tanti, tra cui quello dell’assessore provinciale Niki Paci.
Sabato 17 settembre alle ore 16.30, a conclusione della programmazione estiva “SOLSTIZI E MEMORIE D'ESTATE”, nell'ambito della seconda Edizione di NottArte 2011, a Gibellina presso lo spazio culturale e di aggregazione “Belìce/EpiCentro della MEMORIA VIVA” si terrà il terzo appuntamento della rassegna “libri e autori” con la presentazione del volume “Spazi del contemporaneo in Sicilia. Nuove realtà per l'arte del presente”. Sarà presente l'autrice, storica dell’arte e docente d’Accademia, la siracusana Ornella Fazzina. L'incontro sarà moderato da Giuseppe Maiorana. Da alcuni anni la Sicilia conta numerosi luoghi dedicati all'arte contemporanea dove, oltre ai casi conosciuti a livello europeo quali Gibellina e Fiumara d'Arte e altre istituzioni museali, è possibile oggi fruire di realtà riconosciute a livello nazionale. Le fondazioni private occupano un ruolo di fondamentale importanza per la conoscenza e divulgazione dei fenomeni legati al contemporaneo e tra queste vanno menzionate la Fondazione Puglisi Cosentino e la Fondazione Brodbeck a Catania, e Palazzo Riso, come museo regionale, a Palermo. Spazi, questi, differenti per il programma artistico che si propongono, per le scelte che si effettuano e il tipo di gestione. Interessante diventa metterli a confronto attraverso un'analisi puntuale che si serve anche di interviste effettuate ai direttori artistici. La Sicilia si presenta così sotto forma di musei all'aperto e di luoghi e strutture legati alla storia dell'arte, alla sensibilità del presente e alla promozione di giovani talenti, per individuare punti di forza e di debolezza nel sistema dell'arte siciliano che sempre più ha la necessità di guardare e rapportarsi con una dimensione europea.
Raggiunto finalmente al comune di Siracusa l’accordo sul rimpasto della giunta guidata dal sindaco Visentin dopo un lungo periodo di incontri e scontri, di consultazioni e di contrasti, periodo che ha registrato le dure critiche dell’opposizione e la presa di distanza di Forza del Sud. Ecco quindi la nuova giunta. Vicesindaco: Concetto La Bianca; Viabilità, Trasporti, Mobilità, Polizia Municipale, Risorsa Mare: Mauro Basile; Politiche Abitative, Edilizia Popolare, Periferie, Agricoltura e Pesca, Servizi Cimiteriali: Alfredo Boscarino; Politiche ambientali e sanitarie, Servizi demografici, Decentramento: Vincenzo Bosco; Politiche Scolastiche ed Educative, Edilizia scolastica, Protezione civile, Rapporti con le confessioni religiose, Università: Gianluca Caruso; Spettacolo, Turismo, Politiche sportive, Impiantistica sportiva: Andrea Corso; Urbanistica, Pianificazione Territoriale: Luigi Crispino; Bilancio, Tributi, Patrimonio, Contenzioso, Rapporti con il Consiglio comunale: Roberto Di Mauro; Politiche Sociali e Famiglia: Giovanni Girmena; Infrastrutture, Manutenzioni, Reti di Servizio, Verde pubblico: Concetto La Bianca; Centro Storico (Ortigia, Quartiere Umbertino e Borgata Santa Lucia): Ferdinando Messina; Beni e Politiche Culturali, Unesco, Pari opportunità, Tutela del paesaggio e decoro urbano, Politiche giovanili: Mariella Muti; Personale, Attività Produttive, Sviluppo economico, Relazioni esterne ed istituzionali, Amministrazione sito web: Alessandro Zappalà.