Pina Mazzaglia, nota pittrice nativa di Santa Maria di Licodia, esporrà quanto prima i suoi quadri nei prestigiosi ambienti del Palazzo del Governo di Siracusa, nella centralissima via Roma, nel cuore della mitica Ortigia. Artista, giornalista, scrittrice e direttore del periodico catanese “L’Editoriale”, Pina Mazzaglia ha presentato le sue più recenti opere nel novembre dello scorso anno nella mostra “Ipotesi di contemporaneo” ospitata nelle sale del Castello Ursino di Catania. Ora Siracusa avrà l’occasione di apprezzare questa artista di notevole spessore. Per Pina Mazzaglia dipingere è stato sempre un fatto naturale, uno sfogo dell’anima che le ha concesso di esprimere al meglio se stessa. D’altronde l’arte è una poderosa forma di comunicazione che rende partecipe il fruitore dell’opera alle emozioni provate dall’artista creativo. Nel caso della Mazzaglia la sua pittura ripercorre i sentieri della pop-art americana, rifacendosi a Andy Warhol, ai manifesti pubblicitari, ai fumetti, alla grande cartellonistica, con una tematica precisa che è quella del sottile erotismo, della femminilità espressa senza falsi pudori, anzi col coraggio di comunicare le proprie sensazioni in un formidabile affresco che diventa emblema di un’epoca, nella quale, finalmente, la donna ha potuto conquistare una propria autonomia di pensiero, affrancata dal ruolo riduttivo di casalinga, e una sofferta libertà di espressione. E’ una pittura straordinaria, vivace e squillante nei colori e nelle dimensioni, sempre grandi, delle sue tele. La parte plastica e quella fortemente cromatica si fondono nei suoi lavori che sono un esempio di come la sensibilità femminile riesca a tirar fuori dalla “normalità” la magica essenza dell’arte. In queste “apparizioni” di immagini sulla tela regnano equilibrio spirituale e delizia dei sensi, riuscendo l’artista, con un unico gesto compositivo, a trasformare le immagini in musica e le note della vita in parole di autentica poesia. La sua opera pittorica è quindi basata prevalentemente sul gesto e sul colore, elementi unificati dal collante delle sue personalissime emozioni e sensazioni. La sua figurazione è luminosità proveniente dal cosmo, la sua radice è una ricerca assai sapiente ed elaborata nel campo della sintesi, in cui il dato pittorico viene filtrato attraverso l’interpretazione dell’artista e viene trasmesso con il suo mezzo ortografico e filologico: il segno. Segno spesso rappresentato da guizzi e tocchi fuggevoli e nervosi con i colori che si affiancano, si sovrappongono, si amalgamano e si stendono puri. Filamenti dell’anima che cerca ancora se stessa, graffiti che sognano nuove avventure visive e descrittive, che seguono i percorsi dell’immaginazione. Una ricerca basata su una impaginazione spaziale dominata da una vasta gamma cromatica che dà forza e profondità all’insieme, inventando affascinanti forme prospettiche che fanno entrare l’osservatore dentro il quadro, alla ricerca di ciò che non è visibile, di ciò che è al di fuori della convenzionale dimensione delle cose. Ne risulta una pittura praticata per determinare uno stimolo di ordine psicologico, un’espressione artistica quanto mai contemporanea e per niente superata dalle ultime esperienze nel campo delle arti visive, anzi in linea con esse.
La vecchia scuola democristiana insegnava che la politica è l’arte della mediazione, della realizzazione del possibile, dello scongiurare scontri sociali troppo acuti, e questa concezione, questa visione ancestrale, torna oggi alla ribalta perché cruenti scontri sociali dovuti alla crisi economica sono alle porte. La gente, i cittadini, affronta problematiche quotidiane che riguardano soprattutto il lavoro, le capacità di prospettare un futuro, le difficoltà del vivere e/o del sopravvivere, le vecchie e nuove povertà, l’eterna crisi del meridione, le emarginazioni di varia natura. La politica dovrebbe saper dare risposte in tempi brevi, ascoltare i lamenti dell’elettore, risolvere i disagi del cittadino, ma questa nostra classe dirigente fatta di “onorevoli” a vita, la cosiddetta “casta”, di assessori regionali “unti dal Signore”, di deputati che vengono eletti in forza di un maggioritario dominato dalle alleanze e sempre meno bisognoso del singolo voto dell’elettore, non ha più tempo da dedicare all’attività di segreteria, a ricevere e sentire la gente, a costituire un punto d’appoggio per il singolo cittadino che, in forza di un’appartenenza, si trovi nella necessità di essere assistito e consigliato. Si torna quindi a riconsiderare con occhi diversi un passato, mondandolo dalle frasche secche del clientelismo, per portare alla luce quanto di positivo una certa concezione della politica come “servizio” poteva avere, con l’umanizzazione dei rapporti tra il politico di turno e il cittadino elettore. Berlusconi appariva a molti come un riformatore. Ma alcune delle sue promesse sono state disattese durante il suo mandato, anche se in buona parte per i noti motivi di congiuntura internazionale, ma ugualmente Berlusconi ha pagato il conto di tutto questo alle recenti amministrative e perfino nei referendum. Insomma, siamo in una fase di stallo della politica e si naviga a vista con maggioranze risicate in questa nostra Italia sull’orlo di una crisi di nervi, in questa nazione che mantiene inalterate le sue contraddizioni e le sue sperequazioni, tra nord industriale e sud “turistico”, tra ricchi che spendono e poveri che non possono neppure risparmiare, tra lavoratori che non possono andare in pensione e giovani disoccupati ai quali è interdetto l’ingresso nel mondo del lavoro o ai quali vengono offerti soltanto contratti temporanei di sfruttamento o umiliante precariato a vita. C’è bisogno di tornare velocemente a più moderati ma nello stesso tempo più efficaci comportamenti della politica, di ricercare momenti di equilibrio rispetto alle tensioni estreme, di far prevalere regole e ragionamenti, di rafforzare la democrazia, mediante la rappresentanza degli interessi che, nella complessa pluralità di una società moderna ed avanzata, sono molti, moltissimi, e tali da poter essere meglio espressi probabilmente con un sistema proporzionale, per quanto corretto e meditato.
Nella sua più recente produzione artistica Giovanni D’Amico presenta una serie di opere che raccontano un percorso evolutivo che nasce dalla pittura per poi arrivare alle forme tridimensionali di una scultura moderna e trasgressiva per materiali, forme e tecniche di realizzazione: diversi passaggi concettuali accomunati da un linguaggio unico e diversificato allo stesso tempo. E’ il risultato di anni di ricerca e di innovazione sui concetti della pittura che, tra mille varianti, contamina la creatività contemporanea e ne diviene anima e metafora ispirante insieme. D’Amico e' un artista che ha intuito il legame tra il colore e l'innovazione possibile delle forme. A questo ha lavorato incessantemente, supportato dalla tecnologia di un’azienda industriale nella quale egli può operare sul pvc estruso ad alte temperature. La contaminazione nei suoi lavori è un concetto presente a tutti i livelli: pittura e scultura, da sempre legate, possono dare origine a nuove forme espressive. Colore e pensiero possono far nascere nuove idee, come la liquefazione delle forme che D’Amico ottiene lavorando la materia a 250 gradi, intervenendo manualmente a plasmarla e successivamente colorando il manufatto con vernici che donano all’opera una particolare attrattiva magnetica. Arte e tecnologia possono originare progetti che assumono forme e articolazioni visionarie. D’Amico è e resta un pittore, che riprende il cammino verso un'arte totale ed evolve verso il futuro, cambiando dalla pittura alla scultura, attraverso forme concettuali astratte. Giovanni D’Amico unisce l'istintiva gestualità, la sua primitiva forza scevra da contaminazioni e sovrastrutture, a tecniche diverse, tecnologiche, industriali, che conferiscono forma fisica all’incorporeità dell’idea creativa. La materia è il terminale comunicativo che esprime l'organicità del proprio esistere, nel linguaggio delle strutture apparentemente casuali della massa filamentosa, che si avviluppa come una matassa, vincolando la lettura dell'opera d’arte alla capacità dell'artista di creare, rigenerare, modificare, e rendere compiuto un abbozzo di idea. Intuizioni che illuminano i territori dell'immaginazione e trascinano in percorsi di prospettive infinite, di logiche innovative che estendono la portata dei nostri sensi e sollecitano momenti emozionali.
Ecco il video della mostra tenutasi dal 13 al 21 maggio 2011 nei locali espositivi dell'Università Popolare di Augusta "Giovanna d'Aragona" in via Roma ad Augusta. Hanno esposto i pittori Anna Barbagallo, Giuseppe Di Salvo, Bartolomeo Ortisi e Raimondo Raimondi.
Appuntamento del Kiwanis club di Augusta al Circolo Vandone sabato 13 marzo. Andrea Angeli, portavoce dell’Onu in Afganistan e Iraq, ha presentato il suo libro “Professione Peacekeeper” a cura del presidente ammiraglio Gaetano Russotto. Andrea Angeli è nato a Macerata nel 1956, dopo essersi laureato in giurisprudenza e scienze politiche è entrato nel servizio esteri del Gruppo Guzzini. Procuratore legale e giornalista pubblicista dal 1987. Ha mosso i primi passi alle Nazioni Unite nel 1987 presso la sede ONU di Santiago del Cile, durante l'ultima fase del regime militare. Nel dicembre '88 é a Baghdad, tre mesi dopo la fine del lungo conflitto con l'Iran. A metà del '92 é nell'amministrazione temporanea ONU in Cambogia, Angeli diventa subito un punto di riferimento per il contingente di carabinieri inviati a rinforzo della polizia internazionale. Nel settembre '93 é a Sarajevo come addetto stampa della forza di pace UNPROFOR, incarico che ricoprirà fino alla fine della guerra . Nei cinque anni trascorsi in Bosnia Erzegovina e Croazia, Angeli svolge un'ampia attività di raccordo con la stampa di tutto il mondo. Strettissimi i rapporti di Angeli con il contingente di Carabinieri a Mostar' ne1'95 e le Brigate italiane IFAR/SFOR che si sono succedute nel dopoguerra. Alla fine del '98 é portavoce OSCE in Albania. Nei tre mesi dell'intervento NATO in Jugoslavia ha costantemente tenuto informata la stampa internazionale degli eventi che si succedevano a ridosso della frontiera albanese e nei numerosi campi profughi disseminati nel Paese. Nel settembre '99 Angeli ritorna addetto stampa ONU, questa volta a Pristina, nella nascente amministrazione ad interim delle Nazioni Unite. Dopo quattro anni in Kosovo Angeli, su proposta della Farnesina, accetta la posizione di portavoce dell'autorità di coalizione in Iraq. E' lui a dare all'Ansa ed alle altre agenzie la prima notizia dell'attacco alla base di Nassiriyah e a collegarsi con le principali testate mondiali per riferire del tragico evento. Interessanti le testimonianze di Angeli rese ad un uditorio numeroso e qualificato. Lo hanno preceduto gli interventi dell’ammiraglio Bernardi e del generale dei Carabinieri Coppola. Ha come sempre elegantemente condotto la serata Antonello Forestiere.
L'Etna è interessato da un lento e continuo scivolamento verso il mare di un intero settore, che scorre pian piano su una superficie posta a circa quattro chilometri di profondità. Lo afferma uno studio sul fianco orientale del vulcano attivo più alto d'Europa recentemente pubblicato sulla rivista "Geophysical research letters" da un team di ricercatori. Sin dai primi anni '90 numerosi studi hanno dimostrato che i fianchi dei vulcani possono collassare sia attraverso deformazioni repentine, sia mediante movimenti molto più lenti, ma continui, che investono porzioni significative degli apparati vulcanici. Lo studio ha dimostrato che attualmente l'Etna è interessato da questo secondo tipo di movimento che, in alcuni periodi, accelera producendo terremoti ed evidenti deformazioni del suolo in corrispondenza dei margini tra il fianco instabile e la restante parte dell'apparato vulcanico. I ricercatori hanno messo in evidenza che lo spessore del fianco che collassa si aggira intorno ai 4 km. Da tempo questi fenomeni sono sotto assiduo esame da parte della comunità scientifica, sia per i danni ai manufatti causati dalle faglie in movimento ai margini delle zone instabili, sia perché la stessa dinamica di fianco sembra effettivamente collegata alle eruzioni attraverso meccanismi non ancora completamente chiari e quindi meritevoli di attenzione.
Domenica 19 settembre la Chiesa Madre di Augusta ha ospitato un bel concerto nell’ambito del programma del Primo festival del Barocco dedicato al Barone Emanuele D’Astorga a 330 anni dalla sua nascita. Il famoso “Stabat Mater” è stato magistralmente eseguito dal Coro dei Musici Nuziali diretto dal Maestro William Grosso cui fa fatto seguito il brano “Fac me plagis” eseguito dal baritono Giovanni Di Mare e la “Missa Brevis” dello stesso William Grosso con l’apporto della soprano Valentina Bianca, del controtenore Giuseppe Pennisi e del baritono venezuelano Paul Sajo. Il Primo Festival del Barocco è una iniziativa dell’Istituto Siciliano d’Arte Musica e Spettacolo intitolato proprio al D’Astorga e gode del patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Siracusa e del Comune di Augusta.
Il Palazzo del Governo di via Roma a Siracusa ospita dal 18 settembre al 3 ottobre la mostra dei disegni di Aurelio Caliri e Maria Leone. Paesaggi dell’uno e ritratti dell’altra. Presentati dallo storico dell’arte Paolo Giansiracusa sabato 18 alla presenza del Sindaco Visentin, dell’Assessore al Bilancio della Provincia Rino Lazzari, dall’Assessore alla Cultura Amenta e da un folto e qualificato pubblico di estimatori del maestro Caliri, musicista, poeta e certosino disegnatore dei paesaggi di una Sicilia antica e meravigliosa. Sulla sua opera ebbe a dire Turi Volanti: "Disegnare un foglio, come fa Caliri, dare senso alla materia – inchiostro, carta o altro che sia – è il risultato di una infinita gestualità, in cui non solo lo mano - prolungamento del cervello - ma tutto il corpo dell’artista vibra al flusso degli strati interiori più profondi. È così che l'artista si è costruito un suo segno attraverso una sua orchestrazione gestuale, cercandolo e trovandolo nelle pietre di una pietrosa Sicilia, panlitica, iblea, prossima al primordio, pietre da cui tutto emerge e con cui tutto si costruisce, consustanziale alla nostra storia dura, alla fatica di una terra mitica ma avara: l'ha trovato nelle case pastorali, nei muri a secco, nelle categorie riarse e nei riarsi spazi di sole feroce, dove assente è l'uomo, in fuga dalla solitudine e dal silenzio panico”. Lo straordinario scrittore svizzero del Novecento, da poco scoperto, Robert Walser, ha scritto: “ Il pittore dovrà amare la natura con più intensità e maggior dolore di ogni altro, con impeto e tremore perfino più del poeta. e aspettazione”. Certamente con amore, tremore e aspettazione Aurelio Caliri continua ad osservare lo natura, fino a quando non sia prossima a rivelargli il suo segreto.
Un convoglio di oltre 20 mezzi, tra jeep e moto, tutti rigorosamente restaurati ed efficienti, hanno fatto sosta nel piazzale del Milite Ignoto di Augusta in transito verso Cassibile dove, il 3 settembre 1943 alle ore 17, fu firmato l'armistizio che pose fine al Secondo Conflitto Mondiale. Hanno sfilato i collezionisti di varie associazioni vestiti da militari angloamericani e non solo. Uomini e donne indossavano le divise, ma tra loro c'erano anche i Marines della base di Sigonella. La sfilata ha poi avuto luogo lungo la via Principe Umberto. I giovani hanno osservato incuriositi, ma nelle persone più anziane sono riaffiorati i ricordi del passato. A Cassibile il 3 settembre a ricevere il corteo storico in prima fila c’erano il sindaco Roberto Visentin, l'assessore alla Cultura, Sandro Speranza, il consigliere comunale Paolo Romano, promotore dell'iniziativa, il presidente della commissione comunale alla Cultura, Piero Maltese, l'assessore provinciale alla Cultura, Gaetano Amenta, il sindaco di Canicattini Bagni, Paolo Amenta, lo storico Nunzio Lauretta, il responsabile scientifico della manifestazione, il Marchese di Cassibile ed i rappresentanti delle associazioni culturali Lamba Doria e Kakiparis. La rievocazione storica è stata ideata e ralizzata dall'associazione marchigiana "Fantasmisuferrivecchi" di Camerino in collaborazione con l'associazione "Peri Peri" ed il sostegno della Provincia regionale. Per una settimana, il corteo di mezzi storici ha visitato i luoghi dello sbarco tra le province di Siracusa e Catania. Successivamente il convoglio è ripartito dal porto di Catania alla volta di Civitavecchia.
Sappiamo che solo l’unione fa la forza e come sia necessaria la condivisione di progetti e di energie per far ripartire una voglia di cultura oggi latente ma che può qualificare e riempire di contenuti le buone intenzioni delle tante associazioni che non riescono a mantenere nel tempo gli impegni presi e finiscono per essere soltanto castelli di carta. Tali associazioni devono poter esistere ed operare anche in carenza di contributi pubblici i quali semmai devono venire dopo, a consuntivo di un’attività culturale svolta nel lungo periodo, se si è riusciti a realizzare qualcosa di buono, coi soli mezzi del volontariato e della dedizione a un’idea o a un progetto condiviso. I principi su cui tutti sono d’accordo, oggi come oggi, riguardano come campo d’intervento i giovani, e parlano di cultura della legalità di cui oggettivamente la nostra società ha un gran bisogno e di recupero della dispersione scolastica, fenomeno non così raro come si potrebbe pensare. In nome di una cultura della vita, intesa come valore assoluto contro ogni sballo che possa portare alle stragi del sabato sera. Anche i momenti di aggregazione tra i cittadini, specialmente tra i più giovani, sono da considerarsi indispensabili per la vita della comunità. Nel vuoto assoluto, nella noia di un paese che non sa offrire nulla ai suoi cittadini, proliferano alcool, droga e tragedie annunciate. Augusta non ha alcun contenitore di eventi culturali o di svago in grado di offrire alla cittadinanza una occasione di intrattenimento e di spettacolo. Quando si potrà far uso dei locali del Convento di S. Domenico? E che fine faranno i locali dell’ex tribunale alle Grazie? La verità è che Augusta ha bisogno di fantasia, di progetti d’ampio respiro, di essere tirata fuori dalla situazione in cui si trova e per questo, stante la penosa carenza delle finanze pubbliche, è sempre più necessario il contributo di tutti. Ci aspettiamo quindi la collaborazione di tutti senza settarismi e personalismi, e, per quanto riguarda l’amministrazione pubblica, un atteggiamento sensibile che vada al di là dei ragionamenti di cassa, perché tante cose possono essere realizzate a costi minimi, ma ci vuole abilità e saper fare e una buona dose di amore per la città.
“L’handicap non è insito nella persona con difficoltà, è piuttosto uno status della persona” – questa frase lapidaria da un senso preciso alla necessità di abbattere ogni tipo di barriere architettoniche che rendono non vivibili tanti spazi pubblici a coloro che sopportano già il peso di un disagio. Un tema spesso dibattuto negli anni passati ma ancora drammaticamente attuale vista la situazione non ben definita malgrado le normative promulgate in materia, a cominciare da quella legge n. 13/89 che a distanza di venti anni dalla sua emanazione ancora non è del tutto operativa. Tutto ciò è ampiamente documentato dalle barriere ancora esistenti, tante, visto che sono ancora poche quelle strutture che invece hanno saputo adeguarsi superando ogni ostacolo. Gli articoli di Mimmo Di Franco e di Giovanni Di Mare hanno più volte denunciato come il fenomeno sia ampiamente presente anche nella nostra cittadina. La gente continua a negare le pari opportunità, negando soprattutto a se stessa la consapevolezza che è proprio il non rispetto delle normative e un comportamento poco civile e responsabile a rendere la persona veramente handicappata. Infatti il mancato adeguamento degli edifici pubblici, negli uffici comunali, nelle scuole, negli ambulatori dell’ASL, nelle Poste o altrove è una grave carenza cui si aggiunge il comportamento dei cittadini allorquando lasciano la macchina parcheggiata davanti a uno scivolo, impedendo così l’accesso e il transito delle carrozzelle, o occupano un parcheggio riservato agli invalidi delineato con le strisce gialle. Si parla tanto di solidarietà ma sarebbe più opportuno ricordarsene concretamente tutti i giorni nei comportamenti comuni. Le iniziative delle varie associazioni di volontariato hanno come obiettivo primario la sensibilizzazione dei ragazzi delle scuole, nella consapevolezza che i giovani siano più bravi dei grandi a capire tutto questo e che proprio da loro si deve cominciare per far sì che la solidarietà non sia solo un sostantivo privo di contenuti, ma un reale e concreto atteggiamento per poter coesistere tutti insieme, disabili e non, in una città civile a misura d’uomo. Perché la diversità è un bene prezioso cui l’umanità può attingere per progredire, senza bisogno di sancire per legge percentuali di partecipazione al potere pubblico, come una nostra graziosa ministra, allora delle pari opportunità, ha proposto qualche tempo fa. “Pari opportunità” deve essere un concetto che vale erga omnes – per tutte le categorie sociali svantaggiate - e non solo riguardo il gentil sesso. Sostituire quantitativamente politicanti femmine a politicanti maschi è cosa risibile, ben altro è trovare qualità politiche d’alto livello in chiunque - uomini, donne, disabili, omosessuali e chi più ne ha più ne metta- meriti di essere valorizzato e di lavorare per il progresso civile della città dove vive e della nazione dove è ospitato.
Il Taormina Film Fest, appuntamento di giugno, è arrivato alla sua 56ª edizione dal 12 al 18 giugno 2010 nella meravigliosa cornice di sempre, il Teatro Antico di Taormina, uno tra i più importanti e suggestivi monumenti siciliani. Il Festival gode del patrocinio economico della Regione Sicilia, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, di Sicilia Film Commission, oltre che del Comune di Taormina e di altri importanti sponsor privati, ed è diretto fin dall’edizione del 2007 da Deborah Young che è riuscita a portare nello splendido scenario taorminese grossi nomi del cinema statunitense e mondiale. E’ una grande "vetrina" di importanti anteprime di film provenienti da Hollywood e dal resto del mondo. Diversi film presentati a Taormina sono stati successivamente nominati per rappresentare i loro rispettivi Paesi per gli Academy Awards; altri hanno vinto Emmy, Golden Globe ed altri importanti riconoscimenti. Fra i premi che verranno assegnati quest’anno ci sono il Golden Tauro per il miglior film e i Taormina Arte Awards per varie importanti personalità del cinema internazionale. Il Festival ospita tre diversi concorsi, ognuno limitato a non più di sette film: Mediterranea, riservato a film prodotti dai paesi mediterranei, Oltre il Mediterraneo, dedicato al cinema mondiale e il Concorso Corti Siciliani. La Spagna sarà il Paese del Mediterraneo Ospite d’onore per il 2010; l’anno scorso era stata la volta della Francia con la presenza di Catherine Deneuve, Fanny Ardant e Dominique Sanda. Spettacolari le proiezioni all'aperto sullo sfondo del suggestivo Teatro Antico e suggestivi i cocktail nel Grande Albergo Timeo dove è possibile incontrare e fotografare gran parte degli attori e dei personaggi del mondo del cinema ospiti a Taormina, compresi produttori, distributori e direttori di festival che ogni anno possono visionare i film del festival in anteprima prima ancora che vadano in distribuzione nei circuiti commerciali. In una cittadina unica al mondo per la sua bellezza naturalistica e per la sua calorosa ospitalità, il festival rappresenta oggi un evento culturale validissimo e in rapida evoluzione, che dovrà essere salvato e perpetuato nel tempo a onta di qualsiasi crisi economica che costringa a restrizioni nei contributi. Ma il Festival è uno dei pochi eventi validi in un panorama di sprechi e di questo è perfettamente convinto l’Assessore regionale al Turismo Nino Strano che ha recentemente dichiarato il suo entusiasmo per questa pregevole manifestazione di arte e cultura.
Presentato il 27 maggio alla stampa nell’ufficio del Sindaco di Augusta il “1° Trofeo HANGAR di AUGUSTA”, una due giorni di calcio giovanile riservata alle categorie “Giovanissimi” e “Pulcini misti”. Organizzata dall’A.S.D. SPORTLAND 2000 AUGUSTA, associazione sportiva affiliata alla F.I.G.C. Settore Giovanile Scolastico e al CONI, l’evento gode del patrocinio della Provincia Regionale di Siracusa e del Comune di Augusta e si svolgerà il 29 e 30 maggio 2010 su due campi attrezzati a disposizione della società sportiva, il Campo Megarello e il Centro Sportivo Sportland, che si trovano sulla strada per Brucoli. Partecipano al torneo le seguenti squadre: REGGINA CALCIO, CALCIO CATANIA, J. ACIREALE, M. RAGUSA, HELLENIKA SIRACUSA, SPORTIME C.S. e SPORTLAND 2000. Si è voluto dedicare il torneo giovanile all’Hangar di Augusta per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla possibilità non solo di valorizzare quel monumento unico in Europa che è diventato simbolo di Augusta, ma anche sulla potenzialità che negli ampi spazi verdi che lo circondano possa nascere un centro sportivo a disposizione dei giovani. Pertanto a margine della manifestazione è stata organizzata una mostra di fotografia dedicata all’Hangar di Augusta, a cura dell’Associazione Augusta Photo Freelance e della testata web Augustaonline. Il coordinamento e l’Ufficio Stampa dell’evento sono affidati al giornalista Raimondo Raimondi. L’evento è stato fortemente voluto dal consigliere provinciale Paolo Amato, capogruppo PDL alla Provincia, che ha dichiarato: “Con questo ed altri eventi sportivi saremo in grado di recare benefici soprattutto ai nostri ragazzi oltre che a noi stessi. I preparatori atletici sono assai qualificati e animati da grande passione per lo sport e costituiscono una affettuosa guida per i piccoli atleti. Lo sport è salute, crescita intelligente e trasmette valori, fornendo chi lo pratica, soprattutto in giovane età, di quell'equilibrio necessario per affrontare la vita. Vale la pena perfino di perdere qualche partita sul campo: la vera vittoria consiste nel formare la coscienza e la conoscenza, propria ed altrui, soprattutto nel settore giovanile”. Anche il Sindaco Massimo Carruba ha plaudito all’iniziativa sottolineando come spesso l’iniziativa privata ad Augusta sopperisce alle carenze di strutture sportive pubbliche di cui il comune è attualmente carente, ma si sta provvedendo al riguardo si da avere nel prossimo futuro quelle strutture che i nostri giovani meritano di avere.
Presentazione martedì 6 aprile alle 18,30 presso la Libreria Biblios di Siracusa del libro “Amore, rabbia e verità”, ultima fatica letteraria dei siracusani Luca Raimondi e Daniele Scirpo. Alla presentazione prenderanno parte la scrittrice Barbara Becheroni, autrice della prefazione, e la musicista Cristina Gianino. Uniti dalla comune volontà di approfondire i difficili rapporti tra uomini e donne dalla giovinezza all’età adulta, Luca Raimondi e Daniele Scirpo propongono due lunghi racconti tra introspezione, ironia e romanticismo. Incanti e disincanti si susseguono senza sosta, componendo un originale "romanzo a staffetta" sulla crisi d’identità del maschio nella società odierna. Nella prima parte, "A piedi nudi sulla sabbia bollente", Raimondi racconta il duro e iniziatico percorso che riconduce l'io narrante, un giovane filosofo confuso, tra le braccia della ragazza che aveva lasciato in un moto di presunzione.
A Scirpo è affidata la seconda parte, "Katerina", in cui un altro io narrante, un mite impiegato modello, si risveglia nel "giorno dopo" di quel lieto fine raggiunto con sacrificio dal primo protagonista: in un matrimonio apparentemente riuscito, si dibatte, scalcia, cerca di capire e infine subisce, felicemente, il potere della donna. Come scrive la scrittrice Barbara Becheroni nella prefazione che aggiunge un punto di vista femminile alle vicende narrate esclusivamente da un’ottica maschile, “non è facile capire le donne, però, a volte, tra contraddizioni e cenere sparsa sulla testa, qualcuno, faticosamente, ci riesce. Non del tutto, per carità, altrimenti, che divertimento ci sarebbe?”. Luca Raimondi, pedagogista, e Daniele Scirpo, archeologo, sono amici di vecchia data uniti dalla comune passione per la letteratura e il cinema. Hanno spesso collaborato nella stesura di sceneggiature (tra cui "I tre giorni di San Paolo", Gruppo Editoriale L'Espresso, 2009) e hanno diretto, insieme o singolarmente, numerosi cortometraggi.
La galleria Roma ospita dal 20 marzo la mostra personale della pittrice Marisa Leanza, priolese. E’ stata presentata dal poeta Salvo Sequenzia che di lei scrive: “Marisa Leanza – in Profili - percorre con estrema rapidità il tempo di una ricerca che da un naturalismo alla Casorati, di spaesante elegia, attraverso momenti traversati da inquietudine e curiosità, approda ad un sentimento della forma caratterizzato da una peregrinazione nel magma della materia colorata. L’artista vede, pensa e sente la realtà come trama intricata di elementi pittorici e, pertanto, le sue percezioni sono restituite sulla tela sub specie cromatica di segno e di luce. Da tale avvertimento affiora una teoria di volti, di corpi, di mani, che si definiscono quali reperti struggenti, assorti, sempre cangianti, modulati su ritmi contratti, scansioni spaziali chiuse e silenti, atmosfere sospese. Nei Profili di Marisa Leanza si colgono legami di forme e di colori che non spiegano né traducono, bensì rappresentano la sostanza stessa delle emozioni evocate, così come esse si riverberano nell'interiorità dell'artista.” Vagamente discontinua la sua produzione che probabilmente deve ancora trovare una univoca amalgama. Per ora affronta temi diversi e differenti stilemi prediligendo però la ricerca di scorci anatomici che emergono dal fondo scuro con squarci di luce dal sapore caravaggesco. Nelle sue opere levità e inquietudine, luce e silenzio, si compenetrano per superarsi a vicenda, ora accentuando il delicato mélange delle tinte, ora acuendo il pathos delle linee scure, come graffi dell’anima. Ogni immagine racchiude felicità espressiva, bellezza lineare e formale, un'interpretazione globale del personaggio, eternato nella sua più intima, intensa spiritualità.
In mostra all’Antico Mercato di Ortigia dal 13 al 27 marzo i dipinti recenti di una delle più interessanti pittrici del panorama siracusano: Sandra Rizza. Una immersione nelle visioni metafisiche che hanno per protagonista la verticalità dei grattacieli di New York, grandi tele che segnano una presa di distanza, che marcano un desiderio di trascendenza, un decollo ardito verso l’infinito e il divino. E piccole tele deliziose e intriganti a completare un viaggio, un volo che atterra nell’inattesa installazione in cui spirali di luce riflessa e gestuali e sensuali movimenti di colore si intrecciano a provocare coinvolgenti “capogiri”. Sandra Rizza ama la sperimentazione, si è appassionata al neo-impressionismo, è stata entusiasta della pop-art, non si è sottratta al contagio della fumettistica e dell’arte pubblicitaria, ma oggi le sue immagini, frutto di una ricerca espressiva inesausta, si imprimono nella retina del visitatore, che scopre come sotto la superficie della contemporaneità si annidi una simbologia profonda, che la pittrice ci consegna con un intuito fuori dal comune.
La galleria Roma ospita dal 20 marzo la mostra personale della pittrice Marisa Leanza, priolese. E’ stata presentata dal poeta Salvo Sequenzia che di lei scrive: “Marisa Leanza – in Profili - percorre con estrema rapidità il tempo di una ricerca che da un naturalismo alla Casorati, di spaesante elegia, attraverso momenti traversati da inquietudine e curiosità, approda ad un sentimento della forma caratterizzato da una peregrinazione nel magma della materia colorata. L’artista vede, pensa e sente la realtà come trama intricata di elementi pittorici e, pertanto, le sue percezioni sono restituite sulla tela sub specie cromatica di segno e di luce. Da tale avvertimento affiora una teoria di volti, di corpi, di mani, che si definiscono quali reperti struggenti, assorti, sempre cangianti, modulati su ritmi contratti, scansioni spaziali chiuse e silenti, atmosfere sospese. Nei Profili di Marisa Leanza si colgono legami di forme e di colori che non spiegano né traducono, bensì rappresentano la sostanza stessa delle emozioni evocate, così come esse si riverberano nell'interiorità dell'artista.” Vagamente discontinua la sua produzione che probabilmente deve ancora trovare una univoca amalgama. Per ora affronta temi diversi e differenti stilemi prediligendo però la ricerca di scorci anatomici che emergono dal fondo scuro con squarci di luce dal sapore caravaggesco. Nelle sue opere levità e inquietudine, luce e silenzio, si compenetrano per superarsi a vicenda, ora accentuando il delicato mélange delle tinte, ora acuendo il pathos delle linee scure, come graffi dell’anima. Ogni immagine racchiude felicità espressiva, bellezza lineare e formale, un'interpretazione globale del personaggio, eternato nella sua più intima, intensa spiritualità.
Mercoledì 10 marzo 2010, alle ore 18.00 al Caffè Letterario in Via Ostiense 95 a Roma avrà luogo la presentazione del libro "Amor Fati" di Marcello Veneziani (Ed. Mondadori) a cura di Antonio Saccà. L'incontro sarà moderato dalla scrittrice Deborah D'Agostino e sarà presente l'Autore. Il libro sviluppa una riflessione appassionata sul destino, il caso e la provvidenza, alla ricerca di un disegno intelligente di vita nella nostra epoca che ne è priva, dominata dalla tecnica e dall'economia. Amor Fati affronta il disperato bisogno di sacro e di senso in un tempo che ha perduto il passato e il futuro, ingoiati nel presente. Amor Fati significa accogliere la vita, i suoi limiti e le sue responsabilità, fino in fondo: accettare la realtà e le sue imperfezioni. Amor Fati è la serenità degli inquieti. Marcello Veneziani, editorialista del "Giornale", ha fondato e diretto settimanali, riviste, case editrici, e curato opere di filosofia, storia e cultura politica. Ha pubblicato per Mondadori: Il segreto del viandante (2003), I vinti (2004), Contro i barbari (2006), Rovesciare il '68 (2008), Sud (2009). Dopo la presentazione di Marcello Veneziani, sarà la volta della scrittrice Silvia Resta e del suo ultimo libro "La bomba di Firenze - Fantacronaca delle stragi del '93" (Infinito Edizioni), presentato da Serena Rossi. Una reporter americana nata dalla fantasia dell'autrice, si muove tra le macerie delle stragi a caccia della verità. Alla fine troverà una risposta: inquietante, quasi surreale. Onirica. Ma non per questo impossibile.
Presentato “Marenigma” alla Galleria Roma di Siracusa Nell’ambito dei giovedì culturali organizzati dalla Galleria Roma il 18 febbraio il prof. Luigi Amato ha presentato il romanzo di Luca Raimondi "MARENIGMA" edito da Aracne di Roma. Un thriller psicologico e metafisico al tempo stesso, una favola nera alla Stephen King. Una villa in un’amena località balneare è il teatro di una serie di inspiegabili eventi che coinvolgono un gruppo di adolescenti in gita. Qualcosa annulla la volontà dei ragazzi o forse, al contrario, la fa venire fuori, mentre all’orizzonte si stagliano le nubi minacciose, una tempesta in arrivo, uno strano vascello fantasma, la natura capricciosa che si ribella a qualunque tentativo di razionale ordine e spiegazione, l'incontro e lo scontro con l’ultraterreno che dispensa redenzioni e punizioni. Infine, il mare, immenso e ipnotico, gravido di misteri insondabili. Luca Raimondi, per il suo ritorno alla narrativa, propone ai suoi lettori un coinvolgente romanzo sulla giovinezza e i suoi terrori. Luca Raimondi è nato ad Augusta nel 1977 e vive a Siracusa. Tra le sue pubblicazioni, i romanzi Cerniera lampo (1996) e Cuore del vuoto (1998) e i saggi Mostri e maestri. Tracce di cinema e letteratura (2002), Gustave Doré (2002), Nient’altro che un sogno (2005), Il pensiero pedagogico di Pier Paolo Pasolini (2006) e Comunicare la cultura (2007). Regista e sceneggiatore di cortometraggi, videoclip e documentari, fondatore e direttore artistico dal 2002 del “Corto Siracusano Film Fest”, è inoltre autore del saggio “Fronte del corto. Scenari del film breve”.
Si inaugura il 30 gennaio la dodicesima edizione della mostra di beneficenza organizzata per incentivare le adozioni a distanza di bambini del terzo mondo. “L’arte per la vita” registra la partecipazione di molti validi artisti nei locali dell’ex Convento del ritiro di via Mirabella che il Comune ha messo a disposizione. Dice l’organizzatore Giacomo Perticone: “Adesso col vostro aiuto ognuna delle opere esposte potrà servire a nutrire ed educare un bambino per un intero anno e questa vostra corale e pronta collaborazione ha fruttato in undici anni centinaia di adozioni. Questa sinergia fa onore sia a noi artisti che a voi benefattori. Ma soprattutto a voi perché, mentre noi produciamo le nostre opere per soddisfare il nostro bisogno di esprimerci dando sfogo alla nostra fantasia e pertanto proviamo grande piacere a farlo e lo faremmo comunque, voi invece dovete aprire la tasca che sta sulla parte sinistra del vostro petto e non vi accorgete che con questo gesto spalancate il vostro cuore e compite l'azione più bella della vostra vita, quella di fare del bene ad un altro essere umano, quello più fragile, indifeso e impossibilitato ad attivarsi e a reagire a qualsiasi ingiustizia gli venga rivolta: ad un bambino. Come ogni anno siete tutti invitati alla mostra, non mancate, vi prego, In occasione di essa vi verrà omaggiato un catalogo di alcune delle opere esposte che vi ricorderà a lungo in futuro questa dodicesima manifestazione”.