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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Che cosa si potrebbe fare concretamente, in Italia e in Europa, per fermare (o almeno frenare) le sempre più frequenti e drammatiche intimidazioni e aggressioni ai giornalisti? E contro le intimidazioni e gli abusi, ancora più numerosi, commessi anche per via legale (le cosiddette querele pretestuose, diecimila ogni anno nella sola Italia)? Che cosa potrebbero fare la politica, il parlamento, il governo? E i giornali e i giornalisti, oltre a denunciare i fatti e a protestare vibratamente? In particolare, la magistratura come potrebbe mettere fine allo scandalo dell’impunità quasi assoluta di coloro che bloccano con violenza i giornalisti che diffondono notizie legittime e di interesse pubblico semplicemente perché a loro sgradite? A queste domande daranno risposta giornalisti, procuratori esperti di vari paesi che mercoledì 3 novembre prossimo alle ore 10:00 a Siracusa, presso la sede del Siracusa International Institute parteciperanno alla tavola rotonda sul tema “Come mettere fine all’impunità per i reati contro i giornalisti”. Il convegno è organizzato dall’associazione Ossigeno per l’Informazione insieme all’UNESCO. Il Quirinale ha concesso all’iniziativa la Medaglia del Presidente della Repubblica. Il settimanale L’Espresso è media partner dell’iniziativa. Il confronto si svolgerà a Siracusa, in via Logoteta 27, nell’aula magna del Siracusa International Institute for Criminal Justice and Human Rights, che ha collaborato alla realizzazione dell’iniziativa. Il dibattito sarà diffuso in diretta streaming, in italiano e in inglese sui canali social (pagina Facebook e canale YouTube) di Ossigeno per l’informazione. A tal proposito, tutte le indicazioni sono disponibili sul sito www.ossigeno.info. Aprirà la discussione un saluto del procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi. Fra i relatori figurano: il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, il sostituto procuratore di Roma Eugenio Albamonte, i giornalisti Michele Albanese (sotto scorta del 2014), Marilù Mastrogiovanni (sotto tutela della polizia), Alberto Spampinato (presidente di Ossigeno) e rappresentanti di Grecia, Olanda e Malta, paesi europei nei quali dal 2017 a oggi sono stati assassinati tre cronisti. Uno sguardo a più ampio raggio verrà da Saba Ashraf, esperta legale di Media Defence, l’organizzazione che da Londra fornisce assistenza legale specializzata e gratuita in numerosi paesi ai giornalisti in gravi difficoltà.
di Raimondo Raimondi (pubblicato il 21/10/2021 alle 07:58:42, nella sezione COSTUME E ATTUALITA', 384 letture)

Luogo di grande bellezza naturale la marina che costeggia il porto grande di Ortigia, dove tanti siracusani e tanti turisti vengono a godere dell'aria di mare e del mitico paesaggio. Sotto gli alberi, sopra una panchina, passa la notte all'addiaccio un barbone, un homeless, un senza fissa dimora, testimone anacronistico di povertà estrema e di emarginazione. Accanto a lui una lercia coperta e un bricco vuoto di vino scadente con cui ha cercato di riscaldarsi e di scordare nell'oblio dell'alcool la sua triste condizione di senzatetto. Di fronte a lui il mare, la banchina dove sono ormeggiati gli yacht, i catamarani, i velieri e i grossi motoscafi di facoltosi diportisti. Poco più in là, appena oltre i club nautici, stazionano vari pescherecci, stipati di reti e di cassette di legno, con cui onesti lavoratori del mare sbarcano il lunario con difficoltà, sacrificio e fatica, portando a riva lo scarso pescato. Sullo sfondo una enorme nave da crociera, un mostruoso natante a cinque piani, capace di ospitare quattromila e più crocieristi, gente che per pochi giorni l'anno riesce a illudersi di fare una vita da ricchi, popolando questi condomini galleggianti, che tanto assomigliano alle Vele di Scampia. Ecco uno spaccato della nostra società in poche centinaia di metri: sullo sfondo il mare, immutabile, eterno, unico e silente testimone delle sperequazioni e delle ingiustizie, immerso nella polvere del sole, in tutta la grandezza del creato, che ancora noi umani non siamo riusciti a distruggere.

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