Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Moni Ovadia in questi giorni è stato a Palermo per visitare il No Mafia Memorial. E' stato accompagnato nella visita delle sale di Palazzo Gulì dal presidente del Centro Impastato Umberto Santino. Moni Ovadia ha definito il No Mafia Memorial un progetto straordinario che permetterà finalmente a qualsiasi persona di entrare in un luogo e fare un percorso che declina insieme magistralmente informazione ed emozione. Il visitatore potrà vivere in prima persona cosa significa e cos’ha significato la mafia, e potrà capire le ragioni dell’impegno contro il fenomeno mafioso, ma potrà anche capirne l’articolazione e il radicamento. Questo è un percorso profondamente culturale ma anche profondamente umano, sarà veramente un luogo importantissimo per il futuro della Sicilia, del nostro paese, e del mondo intero, anche per dissipare le idee stereotipate che non aiutano per nulla ad essere in relazione con questo fenomeno che appartiene in qualche misura all’umanità tutta e con il quale l‘umanità tutta deve fare finalmente i conti. Il No Mafia Memorial è soprattutto un progetto di liberazione, conoscere la mafia significa soprattutto avere gli strumenti per combatterla, questo percorso di liberazione comincia con le lotte contadine ed è continuato negli anni nella suprema considerazione che la mafia si può sconfiggere se c’è da parte dei cittadini un impegno collettivo.
di
Redazione (pubblicato il 24/06/2018 alle 09:57:37, nella sezione
EVENTI, 589 letture)

Qualche giorno fa presso il Centro Wincity di piazza Trento è stato presentato anche a Catania il libro di poesie di Raimondo Raimondi "Rapsodia della Rinascita", pubblicato per le toscane Edizioni Il Foglio. L'evento ha avuto luogo con grande partecipazione di pubblico nell'ambito di una manifestazione d'arte organizzata dall'Associazione "Artenostop" presieduta da Giuseppe Apa, che ha visto l'intervento di attrici e poetesse quali Cinzia Sciuto, Francesca Privitera, Letizia Tatiana Di Mauro, Katia Marchese e Giusy Zuccarello. Il libro di Raimondi è stato presentato dal noto scrittore Davide Crimi e alcune poesie sono state lette da Rosetta Barcio e da Letizia Tatiana Di Mauro. L'autore è giornalista pubblicista e si occupa di letteratura e di critica d'arte. Ha pubblicato numerosi libri di poesia, narrativa e saggistica. Tra le sue opere più recenti: "Un filo di luna" (Melino Nerella Editore, 2009), "L'undicesima" (Edizioni Il Foglio, 2014), il romanzo "La cattiveria del silenzio" (Edizioni Il Foglio, 2017) e la silloge di poesie "Tempo di fughe" (A&A Edizioni, 2017). E' un "poema rapsodico" dice Davide C. Crimi nella sua prefazione, diviso in capitoli: Ora che il ciclo scorre, Cieca è la paura, C’è stato un tempo e una sorta di appendice dal titolo Magia e mistero dell’ispirazione poetica. "Rinascere è quel che facciamo da sempre in questa vita - ha detto Crimi - completando i nostri giorni per come possiamo, rigenerandoci attraverso il sonno ristoratore, per restituirci nuovi al sole del mattino. Rinascere: completa fiducia nel domani, assunti e licenziati tutti i pesi della forza di gravità, trasmigrando nelle infinite sfere dell'esistenza, che siano i giorni della settimana o i pianeti erranti o mondi impensabili di remote galassie". Rinascere è, quindi, il miracolo di ogni giorno. Potrebbe chiudersi qui l’analisi: dentro una sintesi che contiene il mistero della vita. Ma, proprio come la vita, il poema di Raimondo Raimondi si srotola davanti agli occhi. Ebbro di luce diluviale, non accetta di restare contenuto in un implicito: e allora straripa, tracima, esonda, non trattiene la smania di vita passata, presente e futura e inonda la pagina.

Partecipazione straordinaria di pubblico al Teatro Greco di Siracusa per la dodicesima edizione di “Agòn”. Oltre tremila spettatori hanno seguito lo spettacolo organizzato dal Siracusa International Institute for Criminal Justice and Human Rights (già noto come ISISC), dalla Fondazione INDA, e dall’associazione Amici dell’Inda. “Agòn”, mettendo insieme la rappresentazione teatrale con le dinamiche tipiche di un vero e proprio processo, ha trattato ieri il tema “dell’omicidio aggravato o follia non punibile”, simulando il processo a Eracle (interpretato dall’attrice Mariagiulia Colace). Nella tragedia di Euripide, l’eroe e semidio della mitologia greca, è accusato di aver assassinato la moglie Megara e i suoi figli dopo averli liberati dal Tiranno Lico. Il protagonista diventa dunque oggetto della peggiore catastrofe per sua stessa mano, ma è al contempo “vittima” del malvagio piano di Era, che riesce nello scopo di farlo impazzire attraverso Iris, sua messaggera, e Lissa, personificazione della rabbia. Ad aprire la serata il Dott. Michele Consiglio, Magistrato e Presidente del Consiglio Scientifico Regionale del Siracusa International Institute, che ha introdotto il tema della tragedia e presentato i protagonisti. A seguire i saluti del Consigliere Delegato della Fondazione Inda, Pier Francesco Pinelli, e del Presidente dell’associazione “Amici dell’Inda“, Giuseppe Piccione. Il Tribunale teatrale ha visto il Dott. Giovanni Canzio, primo presidente emerito della Corte Suprema di Cassazione, nel ruolo di giudice. A sostenere i panni di pubblico accusatore è stato Antonio di Pietro, già sostituto procuratore del pool di Mani Pulite, mentre la difesa di Eracle è stata sostenuta da Giuseppe Fanfani, presidente della nona commissione del Consiglio Superiore della Magistratura. Al termine di un dibattito quanto mai appassionante e coinvolgente, il pubblico ha espresso il suo giudizio, sventolando a larghissima maggioranza i cartellini rossi e dunque condannando Eracle “per l’eternità”, come chiesto dall’accusa. Di diverso avviso però il giudizio espresso dal giudice Giovanni Canzio che, dopo aver ricostruito i fatti e spiegato al pubblico i principali elementi di valutazione, ha assolto Eracle in quanto incapace di intendere e di volere al momento del delitto, disponendo esclusivamente il ricovero in un ospedale psichiatrico.
di
Redazione (pubblicato il 10/06/2018 alle 13:33:32, nella sezione
LIBRI, 625 letture)

Dopo la presentazione a Siracusa della sua silloge di poesie pubblicata per le toscane Edizioni Il Foglio, Raimondo Raimondi ripropone a Catania il libro "Rapsodia della Rinascita". L'appuntamento è per il 19 giugno alle ore 19,00 presso il Centro Wincity di Piazza Trento 12 a Catania, nell'ambito di una manifestazione d'arte organizzata dall'Associazione "Artenostop" presieduta da Giuseppe Apa, che prevede l'intervento di attrici, poetesse e cantanti ospiti d'onore, quali Cinzia Sciuto, Francesca Privitera, Letizia Tatiana Di Mauro, Katia Marchese e Giusy Zuccarello, presentate da Francesco Ricca. Il libro di Raimondi verrà presentato da Davide Crimi e alcune poesie verranno lette da Rosetta Barcio e Luca Campi. L'autore vive a Siracusa. Giornalista pubblicista, si occupa di letteratura e di critica d'arte. Ha pubblicato numerosi libri di poesia, narrativa e saggistica. Tra le sue opere più recenti: "Un filo di luna" (Melino Nerella Editore, 2009), "L'undicesima" (Edizioni Il Foglio, 2014), il romanzo "La cattiveria del silenzio" (Edizioni Il Foglio, 2017) e la silloge di poesie "Tempo di fughe" (A&A Edizioni, 2017). E' un "poema rapsodico" dice Davide C. Crimi nella sua prefazione, diviso in capitoli: Ora che il ciclo scorre, Cieca è la paura, C’è stato un tempo e una sorta di appendice dal titolo Magia e mistero dell’ispirazione poetica. "Rinascere è quel che facciamo da sempre in questa vita - dice il prefatore - completando i nostri giorni per come possiamo, rigenerandoci attraverso il sonno ristoratore, per restituirci nuovi al sole del mattino. Rinascere: completa fiducia nel domani, assunti e licenziati tutti i pesi della forza di gravità, trasmigrando nelle infinite sfere dell'esistenza, che siano i giorni della settimana o i pianeti erranti o mondi impensabili di remote galassie". Rinascere è - quindi - il miracolo di ogni giorno. Potrebbe chiudersi qui l’analisi: dentro una sintesi che contiene il mistero della vita. Ma, proprio come la vita, il poema di Raimondo Raimondi si srotola davanti agli occhi. Ebbro di luce diluviale, non accetta di restare contenuto in un implicito: e allora straripa, tracima, esonda, non trattiene la smania di vita passata, presente e futura e inonda la pagina.