Egidio Ortisi ha condotto un dibattito, il 3 dicembre a Siracusa nella sala Borsellino di Palazzo Vermexio, che ha visto protagonista Serge Latouche, francese, classe 1940, l'economista-filosofo professore emerito all'Università di Parigi, che si autodefinisce "obiettore di crescita", in quanto teorico della decrescita felice, dell'abbondanza frugale "che serve a costruire una società solidale", anzi è una delle strade che portano alla pace. Una tesi quella sostenuta dal laico Latouche che si trova in sintonia con i concetti espressi nell'enciclica "Laudato si..." di Papa Francesco. Introdotto da Padre Giuseppe Di Rosa, Latouche ha parlato davanti a un numeroso e attento uditorio delle dinamiche del capitalismo forzato che allarga la distanza fra chi riesce a mantenere il potere economico e chi ne viene escluso. Ecco perché la decrescita sarebbe garanzia e compensazione di una qualità della vita umana da poter estendere a tutti. Per anni abbiamo pensato che solo la crescita permettesse di risolvere i conflitti sociali, grazie a stipendi sempre più elevati. E in effetti abbiamo vissuto un trentennio d'oro, tra la fine della Seconda guerra mondiale e l'inizio degli anni Settanta. Un periodo caratterizzato da crescita economica e trasformazioni sociali di un'intensità senza precedenti. Poi è iniziata la fase successiva, quella dell'accumulazione continua, anche senza crescita. Una guerra vera, tutti contro tutti, un conflitto che ci vede contrapposti gli uni agli altri per accumulare il più possibile, il più rapidamente possibile. E' una guerra contro la natura, perché non ci accorgiamo che in questo modo distruggiamo più rapidamente il pianeta. Anche un bambino capirebbe quello che politici ed economisti fingono di non vedere: una crescita infinita è per definizione assurda in un pianeta finito, ma non lo capiremo finché non lo avremo distrutto. Per fare la pace dobbiamo abbandonarci all'abbondanza frugale, accontentarci. Dobbiamo imparare a ricostruire i rapporti sociali. Siamo schiavi del marketing e della pubblicità che hanno l'obiettivo di creare bisogni che non abbiamo, rendendoci infelici. Invece non capiamo che potremmo vivere serenamente con tutto quello che abbiamo. Basti pensare che il 40% del cibo prodotto va direttamente nella spazzatura: scade senza che nessuno lo comperi. Stiamo assistendo a una guerra. Siamo di fronte a una violenza incontrollata. Il progetto economico, capitalista è nato nel Medioevo, ma la sua forza è esplosa con la rivoluzione industriale e la capacità di fare denaro con il denaro. Ma oggi così si distrugge la società. Ci sono voluti secoli per cancellare la società pre-economica, ci vorranno secoli per tornare indietro.